caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SACRIFICIO regia di Andrei Tarkovskij

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Ciumi     8½ / 10  02/08/2009 09:41:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se la quiete e l'adagiamento, improvvisamente, venissero raggiunte da una notizia calamitosa, dall'annuncio di un nuovo misterioso conflitto mondiale, da una catastrofe che invero interesserà l'umanità intera; allora, forse, ritroveremmo la preghiera.
Nel giorno del suo compleanno, Alexander invoca Dio. Gli avanza la proposta del sacrificio (quello di Abramo, ma qui supplicato e totale), ovvero di privarsi del figlio e della propria casa e di tutto ciò che possiede, in cambio che ogni cosa ritorni come prima.
Il testamento di Tarkovskij, è quest'immensa implorazione. Ove i personaggi (un'aurea di sacralità inavvicinabile circonda la figura del figliolo) come i famigliari, il postino, la serva, divengono chiavi spirituali ed esoteriche, e dove anche gli oggetti (la casa, la TV, il telefono, la cartina) sono mistici veicoli da interpretare. Dove anche il balzo giocoso del bambino sulle spalle del vecchio padre, diventa momento di terrore. Dove Dio risponderà, accogliendo l'istanza di Alexander, il quale si sentirà in dovere di adempiere all'estrema promessa fatta. E dove la sua immolazione sarà scambiata per pazzia.
In interni che ricordano l'essenzialità di Dreyer e la raffinatezza da camera dell'ultimo Bergman, e in una natura meno gelida che in altri film di Tarkovskij, ma più tiepida, e forse proprio per questo ancora più angosciosa; il poeta si congeda limpidamente.
E quale più mistico, soave commento sonoro poteva scegliere in cambio all'aria "Erbarme Dich" della "Passione secondo Matteo" di Bach?

Vedi recensione
ULTRAVIOLENCE78  04/11/2009 19:36:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da come ne parli, sembrerebbe anche peggio di ORDET. Per me è iniziato "il crepuscolo degli idoli"... http://www.youtube.com/watch?v=XN4chS4TPdc.
Ciumi  04/11/2009 20:31:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Punti al Superomismo?
Be', effettivamente non è bello quanto Ordet.
Ma è un film molto interessante, pregno di significati UMANI, niente affatto bigotto.
Non possiede il magnetismo di Solaris, o la complessità di Stalker, o la maestosità di Rublev; è un Tarkovskij a mio avviso più onesto e più comunicativo, da vedere e riscoprire (ovviamente, non se lo fila nessuno). Il degno congedo di un grande autore.
Ciumi  04/11/2009 20:45:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra l'altro (non so se lo hai letto nella rece) anche nel film di T. viene citato Nietzsche.
ULTRAVIOLENCE78  05/11/2009 10:03:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bisogna ancora capire se un ipotetico "Oltre-uomo" possa discendere dal seme dell'umanità od originare, necessariamente, dalle sue ceneri. Allo stato, non si può sapere se nell'eventuale cambiamento radicale, a livello antropocosmico, saremo contemplati od obliati, oltrepassati. Di certo, se siamo tuttora ancorati alla fede cristiana non siamo messi affatto bene. E questo lo dico in generale, a prescindere da polemici riferimenti ad opere filmiche. Buona discussione sul crocefisso a tutti.
ULTRAVIOLENCE78  05/11/2009 16:09:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ERRATA CORRIGE
"[...] o debba, necessariamente, originare dalle sue ceneri. [...]."
Ciumi  05/11/2009 18:23:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L’Antropocosmo (o vogliamo chiamarlo Solaris in onore di T. ?) non è che la nostra memoria, individuale, contemplata (e non obliata) anche attraverso la conoscenza cristiana, che ci piaccia o no, durata per secoli, di cui oggi possiamo affermare di non esserne vincolati, ma memori.
D’un dio quale placebo alla malattia umana del finire, del culto quale terapia.
Solaris non è un cosmo, hai i suoi argini.
Possiamo dire che c’è vita (o anima) al di fuori della nostra memoria? Che c’è moto, pensiero, esistenza? Esiste l’eternità all’interno d’una memoria? Eppure esiste la percezione all’infinito, all’eterno. L’uomo è dannato perché “vicino di porta” del cosmo. Ma non è nel cosmo, che vive: ma dentro la propria casa, all’interno della propria memoria.
Un oltre-uomo può rigenerarsi dalla cenere solo se memore del fuoco e del prima del fuoco. Allora la cenere sarà il seme “ e la rosa e il fuoco saranno tutt’uno”.

ULTRAVIOLENCE78  06/11/2009 09:36:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inguaribile ottimista antropocentrico. http://www.youtube.com/watch?v=c1IPrx-zC1Y

P.S. Per la cronaca: "Sacrificio"/"Sacrificato" è uno dei film consigliati dalla Conferenza Episcopale Spagnola.
Ciumi  06/11/2009 10:18:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ottimista è già un guarito (o crede di esserlo, il che fa lo stesso).
Comunque mi sento un anropocentrico piuttosto pessimista.
Pongo l'individuo, me stesso, al centro dell'universo - dunque la sofferenza e la trasitorietà. Ottimista è il cosmo, mio vicino di porta, che va avanti senza preoccupazioni. Maledetta l'erba del vicino che è sempre più verde!

Quanto al film, me lo sono consigliato da me, della CES francamente me ne sbatto.

http://www.youtube.com/watch?v=b7D6UqNq4wo
http://www.youtube.com/watch?v=sUn4U76bQE0
ULTRAVIOLENCE78  06/11/2009 12:57:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Rebus sic stantibus", l'ottimista non può essere un sano, un guarito, ma solo un alienato (http://www.youtube.com/watch?v=FH9vS0VXpQY).
Antropocentrismo pessimistico? Contraddizione in termini, ossimoro. Ti ricordo che l'eliocentrismo ha rimpiazzato il geocentrismo circa mezzo millennio fa. Alla fine, guarda un pò, pure la Chiesa ha dovuto arrendersi all'evidenza, con buona pace di G.Galilei. Tu invece?
Tu magari te ne sbatti, ma la CES no perchè ha le idee chiarissime a riguardo.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Ciumi  06/11/2009 17:44:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lasciamo perdere gli ottimismi del povero Tonino, gli eliocentrismi, i geocentrismi (che mi pare siano fuori tema) o gli atropocentrismi. Lasciamo perdere la chiesa o la CES.
Io non ho mai trovato risposte in nessuna di queste cose (e non pretendo tantomeno di trovarne in un film), né la serenità o la pace interiore, e nemmeno l’ho mai cercate.
Il mio piccolo universo (finito, perché ahimè ha una scadenza) risiede unicamente in me stesso; è un oceano d’acque scure. Magari cercherò in esso, seppure non troverò risposte ugualmente, ma non insisterò con l’esplorarne il fondo, rischierei d’inabissarmi inutilmente, e soprattutto non ho interesse a navigare altri mari, che ancor meno conosco.
Ma se esiste un qualcosa che è in grado di smuovere quest’acque immobili, allora cercherò quella.

Quest’opera di T. vi è riuscita, al di là dei suoi significati, ai quali non ho necessità di aderire, e non capisco come tu possa discriminare senza neppure averla vista. Cos’è ti fidi delle “idee chiare” della CES? Ripeto, io me ne sbatto di quello che può pensare, e pure della sua esistenza.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
ULTRAVIOLENCE78  06/11/2009 20:39:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, seppur ironico, il riferimento non era peregrino: l'avvento dell'eliocentrismo ha significato, sostanzialmente, che la terra e l'uomo sono in realtà posti alla periferia dell'universo (abolizione del geocentrismo > abolizione dell'antropocentrismo). Toh, guarda che trattamento ha riservato Dio alle sue migliori creazioni, e che nullità siamo in un presunto ordine cosmico.
Per il resto, buona fortuna per la tua ricerca, Maurizio: l'ulteriorità potrebbe anche essere a portata di mano. Ciao.
Ciumi  06/11/2009 18:03:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Voglio aggiungere un’ultima cosa.
Sono cresciuto in un ambiente austero e bigotto, ho detestato sin da molto giovane la cristianità. In seguito l’ho trovata ridicola. Oggi, provo quasi compassione per questo animale preistorico che spaventava gli uomini e che ora va estinguendosi.

Viviamo entrambi in un cosmo senza dio, in una casa senza crocifissi; ma le pareti vanno riempite di qualcosa.
L’arte ci aiuta a colmare certi vuoti, anche se spesso i colori sono più violenti del nero. Un riflesso bianco entra talvolta dalla mia finestra, trema sul soffitto, e mi accorgo allora di come il bianco delle pareti non era ancora abbastanza.

Una luce, i miei sensi, s’è accesa da qualche parte dell’atro cosmo. La mia memoria le dà la durata di qualche momento. Desidera essa, in lotta con l’aria circostante, illuminare qualcosa: eppure questo spazio rischiarato la spaventa.
maremare  05/11/2009 10:21:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento e ottima rece ciumi.. ma il mio speciale lo hai letto? mi piacerebbe avere la tua opinione
Ciumi  05/11/2009 18:25:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
graziegrazie, maremare (nick bellissimo).
Non l’ho letto ma rimedierò subito con piacere. Vedrai che al più presto ti scriverò il mio parere.
Ciao.