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SACRIFICIO regia di Andrei Tarkovskij

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Terry Malloy     7½ / 10  24/10/2011 11:49:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi trovo veramente in difficoltà nel giudicare l'ultimo inarrivabile capolavoro di Tarkovskij. Penso che a priori questo sia un grande film, ma se devo proprio dirlo non mi è piaciuto. Non ho ritrovato quell'empatia che da L'Infanzia di Ivan fino a Stalker mi aveva così colpito del Cinema di questo insormontabile artista russo. Il film ricevette una caterva di premi e sono d'accordo: la fotografia è quanto di più bello si sia mai visto in Tarkovskij, mi sono ritrovato a pensare che l'estetica ivi proposta sia a se stante rispetto al film. Tarkovskij ha inventato il Cinema. La sua marca stilistica è da sola degna di inserire questo strano e difficile film nell'Olimpo dei classici. È inoltre sicuramente uno dei più suggestivi addii al Cinema che un regista abbia mai dato. Un'esperienza che getta lo spettatore in un modo misterioso, dove l'onirismo è legislatore. Un modo di concepire l'esistenza umana che fa del Simbolo (quella casa, quell'isola assomiglia tanto a quella di Solaris) il suo cardine interpretativo. È un film difficilissimo, che ho stentato a seguire e a capire. E alla fine non l'ho digerito. Mentre Nostalghia è proprio bruttino, questo mette davvero in difficoltà lo spettatore, perché non si sa come giudicarlo, come prenderlo, come assaporarlo e come capirlo davvero. Penso che sia un 50 e 50 apprezzare sto film. Io credo che il difetto maggiore del Tarkovskij ultimo sia stato di aver smesso di pensare a noi, al suo pubblico. Ho l'impressione che si fosse messo a fare film per sé, a sfogare i suoi incubi, i suoi tormenti finali e ultimi con il Cinema (esattamente come i personaggi che propone, i quali non sono riusciti a sentirli vicini, come invece sempre mi è successo fino a Stalker). Di qui sfruttò un'estetica già consolidata, già nota, la Sua, in modo tale da divenire manieristico e ridondante. Le idee mancano, i dialoghi sono confusi e non ispirano più, inoltre sono proposti con molta più novità e freschezza già in altri film, ben più riusciti (Andrei Rublijov, Lo Specchio, Solaris etc..). Sicuramente più bello di Nostalghia, ma almeno questo aveva il pregio di durare poco. No, Sacrificio è una botta immane di Noia, è una ripresa ingiustificata di Bergman, ma non funziona. Pare che negli ultimi due film Tarkovskij voglia esprimere la sua stima per il cinema esistenzialista del regista svedese e di Antonioni, quando non aveva alcun bisogno di farlo. Non è un caso che il film piacque moltissimo a Bergman. La confusione regna sovrana in questo film, non si capisce dove voglia andare a parare. Un discorso religioso? Il Sacrificio di Isacco? Nietzsche e l'Eterno Ritorno? Andreij Rublijov? Il misticismo russo? Il Teatro russo? Il rapporto con la Strega (lo stesso personaggio..) è il culmine dell'imbarazzo. Tarkovskij ebbe da sempre il pregio di rendere comprensibile e condivisibile il suo tessuto onirico e contenutistico, grazie alla straordinaria potenza visiva di un'estetica nuova e meravigliosa. Ma non riesco ad andare oltre per quelli che mi sembrano due film sostanzialmente inutili.
Ciò detto, concludendo il mio percorso assieme a questo splendido regista, ringrazio che sia esistito e che ci abbia donato queste bellissime Opere, che lo confermano senza ombra di dubbio uno dei più grandi registi di tutti i tempi.