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IL PIANETA DELLE SCIMMIE (1968) regia di Franklin J. Schaffner

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Pierre Bezuchov     10 / 10  08/09/2009 11:40:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'altro grande capolavoro della fantascienza anni '70 insieme a 2001 odissea nello spazio. Se i toni distaccati e quasi bonari di Asimov hanno plasmato il dialogo ragionato, non incline al superlativismo da cui trarrà spunto Gene Roddenberry per il suo Star Trek, questo film riflette più il dogma ineluttabile di Farheneit, un senso di disastro imminente, un'eco Kafkiana emergente in più di un'occasione. Un lungometraggio emblematico che si interroga sul ruolo dell'uomo verso se stesso e verso tutti gli altri esseri viventi.

Siamo a nostro agio nel ruolo di dominatori; sottomettiamo , seviziamo , creiamo divinità feticcie per giustificare le nostre empietà e scaricarne ogni responsabilità. Penso che ogni tanto dovremmo ricordarci che siamo solo scimmie un po' più furbe, e ciò che è diverso non è necessariamente dannoso; non deve, cioè, diventare prigioniero di una scienza sempre più aliena dalla natura e dal suo ordine perfetto - una scienza di cui prima o poi potremmo cadere prigionieri anche noi; e come al solito, non potremo fare altro che osservare la statua della libertà rovinare lentamente.

Se facciamo il confronto con i cine-pizzoni moderni, pseudo-fantascientifici, costruiti al computer con assalti feroci di effetti speciali e cataclismi biblici eruttanti dallo schermo sul primo malcapitato (ultimo arrivato il 3D; poveri noi...) abbiamo più che una difficoltà. E' vero che la superiorità visiva della computer grafica (che non lascia nessuno spazio all'immaginazione; giudicate voi se sia un bene o no) è schiacciante: il trucco degli anni '70 fa quasi tenerezza; a causa (per colpa) di ciò, ho letto diversi commenti lamentanti la povertà visiva degli effetti. Dipende anche dai punti di vista, certo. Di sicuro Il pianeta delle sdcimmie è un film molto meno apparisciente dei titoli moderni; ma è senza dubbio cento volte più agghiacciante.