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IL PIANETA DELLE SCIMMIE (1968) regia di Franklin J. Schaffner

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     7½ / 10  13/08/2014 14:47:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che pianeta è mai quello su cui atterra rovinosamente l'equipaggio di un'astronave terrestre, in cui gli esseri umani vivono soggiogati alla civiltà delle scimmie?

Schaffner riesce nell'impresa colossale di portare sul grande schermo il romanzo di Boulle del 1963. "Il pianeta delle scimmie" è un capolavoro di effetti speciali impressionanti per l'epoca (solo cinque anni dopo l'uscita del libro), che infatti vennero premiati con l'Oscar.
Eppure, nonostante i trucchi siano un punto di forza della pellicola, la colonna portante sono i dialoghi tipici del cinema classico: battute sempre pronte anche nel mezzo dell'azione o del dramma, monologhi talmente perfetti da essere spudoratamente scritti a copione. Le parole dei diversi personaggi scatenano, più o meno esplicitamente, miriadi di riflessioni su evoluzione e progresso, natura e sperimentazione.
"Il pianeta delle scimmie" racconta così questo scambio di ruoli tra uomo e primate, con una colonna sonora leggiadra e con scene/battute ironiche ma mai banali (memorabile la scena delle tre scimmie "sagge", che racchiude gran parte del significato del film). Ma non tradisca quella sensazione di leggerezza: Charlton Heston percorre un cammino evolutivo -e al contempo regressivo- fatto di scoperte sempre più drammatiche, se non tragiche, e che culmina in un finale straordinario.

Alla fine, paradossalmente, "Il pianeta delle scimmie" è un capolavoro di matrice più "umanistica" che strettamente fantascientifica.
Può piacere molto o può piacere poco, ma non si può perdere.