caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA LEGGENDA DI NARAYAMA regia di Keisuke Kinoshita

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Boromir     9 / 10  04/09/2022 20:21:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Keisuke Kinoshita ha avuto un'ammirevole carriera quarantennale. Con questa sua crudelissima e al contempo sperimentale opera, ha modo di rimasticare lo stile teatrale con l'affresco tragico di un contesto rurale in cui la vecchiaia si misura con obblighi morali restrittivi e dolorosi, legati alla filosofia zen e a profonde considerazioni d'autore sulla condizione femminile. Il resoconto è doloroso, toccante e angosciante (antologica la scena in cui la vecchia protagonista si "spoglia" dei denti a colpi di molatrice di pietra), e prende vita grazie a un notevole lavoro di fino su luci e colori, sintonizzati perfettamente sulle variazioni emotive dei personaggi.
La forza di Narayama risiede inoltre nella ricostruzione in studio degli ambienti rurali. In mezzo a tanta artificiosità, le emozioni evocate sono quanto di più vero si possa percepire da un film, e le illuminazioni al contempo crepuscolari e austere non fanno che enfatizzare l'incombenza e l'accettazione del fato. La stessa metodologia registica si rifà al teatro: pochi i primi piani (centellinati solo quando necessari), prevalenti le riprese a distanza che emulano lo sguardo di uno spettatore esterno.
Il pathos e la tragedia fanno da contraltare alla tensione spirituale. Ciò è evidente durante il lungo, disperatissimo viaggio sulla montagna del titolo, in cui il tempo filmico e il tempo reale divengono tutt'uno. Un epiologo davvero potente e significativo, che valorizza in pieno il ritratto di tristezza, calore e sacrificio.