caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

PULGASARI regia di Chong Gon Jo, Shin Sang-ok

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Ciaby     6½ / 10  02/01/2012 00:09:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impossibile non volergli un minimo di bene quando si conosce l'assurda storia intorno alla sua realizzazione, dove il regista, obbligato da Kim Jong-Il a realizzare film su film, è stato obbligato a creare praticamente con una pistola alla tempia. Al di là di questo delirio storico che meriterebbe la stesura di un romanzo, "Pulgasari" è un film che è cult anche solo in se stesso e per se stesso: un film adorabile per il suo guizzabuglio trash, ma comunque poetico e puerile, dove riesce sempre a divertire, a modo suo -ovvio-, nonostante spesso sembra che alla regia manchi un giusto controllo del tempo filmico.

La chiara allegoria propagandistica del comunismo (incarnato da Pulgasari, definito da qualche critico "Il Godzilla comunista") al potere capitalista (il sovrano ossessionato dal ferro, le armi e il lusso) è palese, soprattutto, quando a scatenare la "rivoluzione", ovvero il mostro protagonista, è una bella contadina, che con la forza dello spirito riesce anche a sedare la seconda minaccia, portando gioia a tutti gli altri con il suo sacrificio: non è sottile, quindi, l'intento politico di un film che riesce, però, a concedersi un po' di libertà, rispetto ad altri film nord-coreani, dove il patriottismo viene spesso aggiunto a forza nelle sceneggiature.

è un film girato con passione, con effetti speciali a volte riuscitissimi (i movimenti del mostro), altre volte quasi kitsch e pupazzosi, ma mai troppo imbarazzanti. Un film che va visto anche solo per cultura, in quanto è il primo film nordcoreano a godere di una distribuzione fuori dai confini nazionali (arrivando in Giappone e negli USA, dove è diventato subito un cult, per passare inosservato in Corea Del Sud) . Un film che, anche dal mero livello di intrattenimento, riesce a farsi gustare bene, fino alla commozione di un finale che ha quasi dell'incredibile.

Recitazione molto teatrale, ma convincente.