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CAPE FEAR - IL PROMONTORIO DELLA PAURA regia di Martin Scorsese

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Invia una mail all'autore del commento anthonyf     9 / 10  13/01/2012 15:29:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La solitudine e le sofferenze di un uomo tradito dal proprio avvocato e condannato a quattordici anni di prigione, uscito da poco ed assetato di vendetta, rese magistralmente da un'impeccabile regia di Martin Scorsese, a mio parere in uno dei suoi film più riusciti (sebbene si tratti di un remake), e da una splendida e degna di nota interpretazione di Robert De Niro, nelle vesti dello psicotico ed inquietante Max Cady, giustamente candidato al Premio Oscar al Miglior Attore. Notevoli sono state anche le prove recitative di un sempre efficace Nick Nolte, di una brava Jessica Lange e di una matura e disinvolta Juliette Lewis, accompagnate da una sceneggiatura brillante e dinamica, narrata con un ritmo compatto ed incalzante, ricca di colpi di scena ed avvincente. Spettacolare è stata la fotografia di Freddie Francis, tremendamente suggestiva nelle sequenze di notte (specie quelle sul battello) e in altre con una colorazione particolare; bellissima la colonna sonora di Elmer Bernstein, arrangiata con un tono più malinconico ed inquietante; e precisa ed accurata la regia di Scorsese in tutta la durata della pellicola. Memorabili sono alcune sequenze, oramai diventate cult, a mio parere (come il film, del resto), tra cui mi sento di citare quella in cui De Niro che fa un particolare esercizio fisico in cella (sequenza ripresa tra l'altro sempre da Scorsese in "The Departed"); quella con Cady che, dopo aver sedotto l'amante di Bowden/Nolte, le stacca un pezzo di carne dalla guancia con un morso; per giungere, infine, all'epilogo sul battello, a dir poco fenomenale. Molto riusciti sono stati anche alcuni omaggi cinematografici ad altre opere, come quello a "Città Violenta" di Sergio Sollima, nella scena in cui Bowden e la famiglia prendono il largo con l'imbarcazione (l'ambientazione ripresa è la stessa, infatti, del noir italiano, dove Bronson porta in barca Vanessa/Jill Ireland per ucciderla), così come quello allo "Shark!" di Samuel Fuller, da noi edito col nome di "Quattro Bastardi per un Posto all'Inferno", quando la mdp inquadra a bordo del battello il polso di De Niro, impugnante il revolver (stessa sequenza del film di Fuller, in cui Silvia Pinal, prima di rubarsi l'oro, punta la Colt a Burt Reynolds, ancora in muta da sommozzatore).
Concludendo, spettacolare la frase di De Niro a Nolte: "Imparerai cosa vuol dire perdere".
Semplicemente, meraviglioso.