kowalsky 8 / 10 23/08/2006 14:58:30 » Rispondi Settembre 1988: barricate al Lido di Venezia.
Una coda mai vista si prepara forse invano a procurarsi i biglietti per il film di Scorsese. E' scandalo annunciato, qualcuno preme sulla folla e si rompe un vetro, mentre qualche fanatico idiota minaccia (bonariamente?) bombe nelle sale che oseranno proiettare il film "blasfemo". Buon per me, penso, è eccitante pensare che per vedere un film avro' la scomunica (echissenefrega) e che magari non è necessario frequentare gli emirati arabi per trovare tracce di fondamentalismo. Risultato: il film-bestemmia (???) non ho potuto vederlo alla mostra del cinema, ma qualche mese dopo, spenti i clamori, in un cinema di Venezia, con un pubblico solitario e poco coinvolto.
Operazione tutt'altro che perfetta, la rilettura degli scritti apocrifi, la vita di un Cristo decontestualizzato dalla sua presunta/vera spiritualità, un uomo che "si è fatto uomo" no? Troppe sbavature nella seconda parte, troppe cose fuori-posto, troppa agiografia dell'eversivo ad ogni costo, che diventa quasi tedioso... Eppure, resta un film lirico, struggente, di forte realismo, visivamente straordinario (da antologia la resurrezione di Lazzaro in versione horror), e - perchè no? - indimenticabile. Per un Defoe incredibilmente all'altezza, per una Hershey che ci regala una Maria Maddalena ammaliante e sensuale come non mai, per i nudi caravaggeschi che "dipingono" foschi scenari tra la resa pittorica del dolore e della morte e la plastificazione agiografica/estetizzante del cattolicesimo tradizionale. In realtà, per Scorsese il Male è affidato alla simbologia, sintomo (non simbolo) di una forza eversiva che è individualmente collocata all'interno delle proprie scelte di uomini e esseri umani. Si possono operare delle scelte, ma alla fine trionfa l'abnegazione di una Carnalità che diventa essa stessa fuga e unione del Principio di Sacrificio.