TAXI DRIVER regia di Martin Scorsese

secondo me la confusione nella testa di de niro, la poca sensatezza delle sue azioni, sono come una metafora dell'ambiente che lo circonda, profondamente scosso e turbato dalla guerra. de niro, uscito dal vietnam, come molti ragazzi nella sua situazione non ha più niente, nè una vita sociale nè un lavoro e, soprattutto, non crede più in niente.
vede solo sporcizia, violenza, e si sente come un naufrago. senza una meta, perde tutte le certezze in quello che aveva fatto, nel suo paese che aveva fedelmente servito, nei valori per cui era stato obbligato a rischiare la vita?
la sua percezione distorta vede l'omicidio del candidato come un riequilibrare la sua sutuazione, come il dare un calcio nel **** alle istituzioni che invece avevano fottuto proprio lui.
questo non gli riesce e il liberare jodie foster, ad ogni costo e con ogni mezzo, rimane l'unica cosa che potrebbe colmare il vuoto che lo sta divorando.

io credo che se alcune reazioni del protagonista ti sembrano inconsulte è perchè scorsese vorrebbe come obiettivo proporre l'immedesimazione di ognuno in questo antieroe malato ma romantico, privo di senno ma con una forte (e personale) morale.

naturalmente queste sono solo mie impressioni, non ho mai letto recensioni o saggi su taxi driver, e quello che ti ho scritto sono solo le personali riflessioni a cui il film mi ha portato. ciao.