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TAXI DRIVER regia di Martin Scorsese

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Sybil_Vane     9 / 10  16/02/2013 12:58:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premessa: il mio pippozzo su Taxi Driver è per chi HA GIA' VISTO il film ed è la recensione che ho scritto sul giornale per cui lavoro ;)

Anche a New York ci si sente soli. La Grande Mela non accoglie né conforta: la realtà di Scorsese è l'America criminale e violenta del post Vietnam popolata da personaggi sbandati e disturbati. Spazzatura. E' la New York filtrata attraverso il finestrino di un taxi, riflessa nello specchietto retrovisore, tratteggiata dalle luci di un cinema porno e dal suono dei tacchi – delle prostitute – sui marciapiedi. O meglio: è il ritratto di una società decadente e degradata vista dagli occhi di un marine in congedo con, nell'ordine, un'ossessione per la pornografia (ma solo per passare il tempo); problemi di alcol e insonnia; manie psicotiche autodistruttive. Travis Bickle (Robert De Niro) è l'antieroe in una città di falsi miti. Metafora vivente della solitudine, guida un taxi e osserva silenzioso la vita che scorre. Da buon alienato, non riesce a relazionarsi con il mondo e non rispetta le convenzioni sociali: non ascolta alcun tipo di musica, risponde a monosillabi se interpellato, il primo appuntamento porta l'adorabile Betsy (Cybill Shepherd) in un cinema a luci rosse (stupendosi della reazione turbata di lei).
Una giostra di personaggi altrettanto soli e altrettanto alienati affolla il sedile posteriore del suo taxi. Sono semplici meteore nella sua vita da emarginato, ma scandiscono un peregrinare sottolineato dalle riflessioni in voice over (che consentono una completa immedesimazione spettatore-attore), e accompagnato dalle calde note jazz del genio Bernard Hermann (nominato agli Oscar per la miglior colonna sonora).
Taxi Driver si compone di immagini e di suoni, più che di dialoghi. Travis non parla se non a se stesso. La sua solitudine però, il suo isolamento forzato e allo stesso tempo volontario, raggiunge un punto di non ritorno che lo fa precipitare verticalmente nella follia: è troppo debole il filo che lo tiene ancorato alla realtà.
Travis s'improvvisa giustiziere della notte senza paura ma non senza macchia, e con folle disciplina "pulisce" New York dalla "spazzatura" che la deturpa: ladri, pusher, magnaccia, assassini. Scorsese tratteggia con maestria l'evoluzione-involuzione del personaggio ricorrendo ad espedienti tecnici originali e inediti: il discorso di Travis di fronte allo specchio (Are you talking to me?), il sovrapporsi del montaggio, la perdita di linearità della voice over. A livello narrativo è l'entrata in scena della prostituta Iris (una giovanissima Jodie Foster) ad accelerare e giustificare il suo processo autodistruttivo. L'interazione Iris-Travis ricalca quella, distorta, di un padre preoccupato con la figlia adolescente, e nel folle ruolo in cui si è calato, il giustiziere della notte non può che immolarsi per salvarla.
Lo scarto psicologico di Travis dà una scossa alla vicenda, e la sua avventura galoppa a briglia sciolta verso l'epilogo. Un epilogo sì narrativamente annunciato (e preparato con serrata metodicità dal protagonista), ma stilisticamente sorprendente. Con annessa denuncia morale: nell'America degli anni '70, priva di valori etici e culturali, si viene celebrati perché si uccide; così Travis Bickle, pazzo assassino, occupa le prime pagine di tutti i giorni e diventa famoso – positivamente – per i crimini commessi.
I meriti di Taxi Driver, Scorsese a parte, vanno senza dubbio alla sceneggiatura firmata Schrader non verbosa ma incisiva, e ai suoi interpreti al meglio della forma: Jodie Foster e Harvey Keitel debuttano con lode, Cybill Shepherd sembra nata per la parte e De Niro, insuperabile, regala una delle sue migliori performance.
Mic Hey  08/04/2013 07:20:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Sybil,
è la prima volta che vedo una tua recensione, si vede che lo fai di mestiere(le recensioni intendo), tutto è molto ..per così dire professionale anche se un po freddo e stereotipato.
Spero di leggerne altre anche perchè TaxiDriver è un film che si commenta da solo e vorrei vederti all'opera con film più impegnativi :)
hghgg  17/02/2013 12:12:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo commento/recensione è splendido, davvero, nulla da dire. Ottima analisi. Solo un dettaglio: ne Jodie Foster ne, soprattutto, Harvey Keitel, erano debuttanti. La Foster era già in una particina nel precedente film di Scorsese "Alice non abita più qui" (1974) (dove per altro c'è anche Keitel appunto) e Harvey era già stato protagonista non solo del primissimo film di Scorsese ma anche di "Mean Streets" (1973) straordinario capolavoro che ha visto anche l'inizio della collaborazione tra il regista e De Niro ;) Eh ba, per il resto sottoscrivo ogni tua singola sillaba.
franz91  19/02/2013 23:28:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perfetta come sempre.