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TWO LOVERS regia di James Gray

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     8 / 10  16/09/2010 17:41:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Leonard (un Joaquin Phoenix eccelso nella sua cronica malinconia) vive a Brooklyn, sotto lo stesso tetto dei genitori ebrei. Spesso soffocato da troppe attenzioni, nonostante l'etā matura, č spiato da sotto la porta della camera da letto da una madre (Isabella Rossellini) apprensiva ma comprensiva.
Talvolta costretto a uscire di casa di soppiatto per respirare e per non dover rispondere a domande inquisitorie, cerca di togliersi di dosso il peso della responsabilitā di alcune scelte sbagliate e illusorie.

Tra amori difformi, romanticismi fugati da un seno fintamente materno, esibito come ultimo e disperato richiamo a calmare il senso di solitudine, James Gray ha prodotto, scritto e diretto un denso dramma sentimentale che apprezzo molto e a cui concedo una fede quasi senza riserve.
L'insicurezza, all'apparenza banale, nello scegliere tra la stabilitā e il consenso per la tenera Sandra, e la folle incostanza unita all'irresponsabilitā dell'eccentrica e lunatica Michelle (una recuperata Gwyneth Paltrow), pesa sull'animo del protagonista come un'invalicabile dilemma.

La lotta alla depressione e alla tristezza dell'ultratrentenne Leonard, costantemente tentato dal suicidio e interessato alla fotografia di luoghi senza persone, si concilia con uno sguardo registico classico e dolente. Una prospettiva che mira alla gravitā della consuetudine familiare, all'inidoneitā di qualsiasi sfumatura sarcastica, all'attitudine al tormento e ai continui cambi di prospettiva, inseriti sempre e comunque in un ambiente compresso e tedioso, marcato da un panorama newyorkese freddo e fosco.
"Two lovers" č un racconto intimista che ci parla dell'ingarbugliata complessitā nel mettere ordine alle proprie emozioni. Il richiamo ortodosso di "operine" quali "Tutti insieme appassionatamente" e il "Benny Hill Show" suona tanto superato quanto toccante, indispensabile e autentico. Un'abdicazione verso gli slanci viscerali dell'Opera musicale schietta che ha il sapore della tutela e della conservazione.