caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

THE UNINVITED regia di Charles Guard, Thomas Guard

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento pompiere     7 / 10  01/06/2009 12:13:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Remake (ma fino a un certo punto, per fortuna) del lento “Two sisters” (il film coreano uscito da noi 5 anni fa), “The Uninvited” si colloca tra quei thriller di buona fattura che non hanno niente per diventare memorabili, ma che sono di sicuro effetto e godibilissimi a livello di incastro narrativo.

Anna (i cui “guasti” mentali sono ben resi dalla brava Emily Browning) torna a casa, dopo 10 mesi trascorsi in manicomio. La morte della madre l’ha segnata profondamente e l’ha portata a tentare di togliersi la vita tagliandosi i polsi. Il trauma sembra essere superato. Senonchè, non fa in tempo ad adattarsi di nuovo allo splendido casone sul mare vicinissimo ai boschi e pieno di ricordi dolorosi, che trova una novità: il padre (un freddo e valido David Strathairn) si è fidanzato con la badante/infermiera della madre morta e sembra che la pace familiare di un tempo sia stata persa per sempre…

Il film è spaventoso al punto giusto (non ci vengono risparmiati alcuni salti sulla poltrona, grazie a cadaveri mutilati, a un’inquietante rimessa per barche, a suoni sinistri di campanellini che si confondono ai fischi del vento), visto anche il suo collocarsi in un modello di immediato riferimento per chi guarda: la morte della madre in circostanze poco chiare e il “rimpiazzo” di questa con una nuova arrivata.
Nella pellicola tutti i ricordi della mamma vengono scrupolosamente eliminati e messi da parte dalla fidanzata emergente: la lavagna dove lei lasciava i messaggi in cucina, il campanellino con il quale chiamava in caso di bisogno, la sua automobile (considerata vecchia e superata dalla sfrontata morosa Rachel). L’allontanamento della figura materna vissuto come distacco traumatico genera mostri.

Azzeccato il montaggio narrativo tra la ricerca della vera identità di Rachel Summers (Elizabeth Banks) e il maneggiare di lei con strumenti pericolosi quali coltelli e siringhe. Ottimi elementi di suspense sono anche la luce in giardino, all’angolo della casa, che si accende da sola, il buio, le visioni improvvise dei morti: i tempi con i quali vengono scandite le immagini sono quelli giusti. Un altro pregio è quello di farci entrare in empatia con la storia e i personaggi senza effetti trucidi, carichi di scene violente o dove le vittime vengono fatte a pezzi. ‘The Uninvited’ trae ispirazione dai film horror più classici, ai quali vuole rendere omaggio.

Nei sacchetti della spazzatura, così come nei sogni, si trovano i ricordi rimossi e le “luccicanze” di quello che non è ancora accaduto: sottile metafora di tutto quello che eliminiamo (volontariamente e non) dalla nostra mente per non avvertire il dolore. Vedere per credere il bellissimo personaggio della sorella Alex (la decisa e partecipe Arielle Kebbel). Produttore esecutivo è il lodevole e abile Ivan Reitman.