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OMICIDIO A LUCI ROSSE regia di Brian De Palma

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Angel Heart     6 / 10  28/08/2010 14:53:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A distanza di dieci anni dalla prima visione (che non avevo per niente apprezzato) ho finalmente deciso di ridargli una chance. Ebbene, l'opinione rimane quasi la stessa. Un'incantevole confezione retrò coloratamente morbosa, perversa e notturna, un film tecnicamente impeccabile e dall'indubbio fascino visivo, in cui l'amore e l'ammirazione di De Palma per il cinema di Hitchcock è evidente ad ogni inquadratura; purtroppo, manca di vero coinvolgimento, di originalità e, malgrado il controverso e scottante tema trattato, della cattiveria giusta.
Così come per "Vestito Per Uccidere", la prima parte è buona e tesa come si deve, non si dà molta caratterizzazione ai personaggi e gli eventi si susseguono senza particolari approfondimenti o spiegazioni. Il che può andar bene. E anche se non risulta difficile intuire l'identità dell'assassino (ancora non mi è chiaro se fosse nelle intenzioni o meno, fatto sta che io l'ho capito da subito) De Palma, con delle inquadrature formidabili (come nelle sequenze dello stalking nel centro commerciale), le luci giuste, ed un'atmosfera leggermente malata quanto ansiosa, riesce comunque a catturare l'attenzione e l'interesse dello spettatore. E quest'ultimo, come il protagonista (sfigato, doppiato dal grande Claudio Capone), non riuscirà a tirarsi indietro davanti allo spirito voyeuristico caldeggiato dall'allettante richiamo del telescopio che, come volevasi dimostrare, diventa subito una dipendenza irresistibile ed al tempo stesso ingannevole. Le scene del balletto sono eccitanti, la tensione comunque palpabile per il dopo mettono lo spettatore a disagio, e lo stupendo tema elettronico principale di Pino Donaggio (che ricorda molto quello dei Tangerine Dream per "Risky Business"), messo per l'appunto durante le fasi di "osservazione" attraverso l'obiettivo, dona alle scene quel tocco in più per rasentare la perfezione. Ma subito dopo il videoclip dei Frankie Goes To Hollywood con "Relax", e cioè nel momento in cui entra in scena il personaggio della Griffith (completamente inutile e osannata giustamente per il corpo ma inspiegabilmente anche per la pessima recitazione), il film improvvisamente scivola nel ridicolo e nella delusone continua con una pessima seconda parte. Tutta la tensione sparisce di colpo, il gioco arranca e comincia a diventare noioso, i colpi di scena sono (quasi) tutti scontati, banali o già intuiti precedentemente, e l'intera vicenda, soprattutto nel finale, diventa improvvisamente una buffonata con risvolti quasi da commedia che alla fine risultano proprio difficili da digerire. Non mi sono mai spiegato il perchè, ma questa seconda parte per quanto mi riguarda penalizza moltissimo un'opera che volendo avrebbe potuto essere molto ma molto di più. Alla fine si rimane perplessi, perchè il film è fatto benissimo (De Palma in questo è sempre stato una garanzia) e la prima parte è davvero grandiosa. Non riesco nè ad amarlo nè ad odiarlo, perciò metto una sufficienza e concludo dicendo semplicemente che è un film bello ma non memorabile, accattivante ma non del tutto riuscito, diretto da un regista che sa decisamente il fatto suo, ma che nel corso della carriera ha indubbiamente lasciato il segno con opere migliori (Scarface, Carlito's Way e Blow Out sul podio).