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KING OF NEW YORK regia di Abel Ferrara

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BlackNight90     8 / 10  07/09/2010 02:50:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La Grande Mela è completamente marcia al suo interno tanto quanto è rossa, luminosa e tentatrice all'esterno, non solo è luogo ideale per vermi insaziabili ma i suoi stessi semi sono fatti di violenza e dolore, Ferrara è il poeta di questo male urbano un po' come Baudelaire lo era di Parigi: l'uomo di New York, l'animale di Ferrara, è costretto a vivere in questo habitat maligno e sbagliato, in questo sistema che permette a un criminale di diventare suo eroe, anzi il suo re; dove quelli che devono assicurare la giustizia (degli uomini) sono i primi a violarla senza scrupoli, e quindi non c'è differenza tra giusti e ingiusti, soprattutto nel loro destino comune.
Frank White torna tra queste strade infernali cambiato: il suo volto pallido, spettrale e quasi cadaverico, come il Nosferatu che viene citato nel film, è una delle tante dimostrazioni della sua diversità, lui che è l'unico bianco, come dice il suo stesso cognome, in una banda di neri, lui che ha il volto che manifesta la lotta interiore della sua anima: un sorriso spesso complice e sghignazzante che contrasta con degli occhi freddi ma che non riescono a nascondere il suo tormento.
Un tormento che nasce dalla contraddizione tra il suo bisogno di redenzione attraverso il fare "qualcosa di buono", la sua spietata volontà di vendetta, ancora più negativa perché viene a sostituirsi a quella divina, verso quelli che si sono arricchiti quando lui era in prigione (redenzione e vendetta, in pratica i due temi principali del primo Ferrara), la consapevolezza che non c'è un modo per conciliare i due sentimenti perché a mancare è proprio il Dìo che dovrebbe mettere ordine a queste cose e che il regista questa volta mette da parte, a differenza di quanto farà poi in altri film più declinanti verso la religione.
Oltre al sempre grandissimo Walken sono degni di nota il Fishburne di Matrix e David Caruso nella parte che gli è più congeniale, quella dell'irlandese bastardo, particina insignificante invece per Buscemi, e io che mi aspettavo di divertirmi parecchio con lui!
Il finale è splendido, i due capi delle rispettive fazioni (che in realtà tali non sono) si affrontano, ma in questo mondo, in questa New York, uscirne vincitori non è possibile, la salvezza non lo è ancora.
fiesta  26/10/2010 15:57:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il tuo commento è impeccabile. complimenti. io però ho trovato il paradosso relativo all'espediente scatenante le vicende geniale,forse qualche punticino in più se lo merita anche per quello. cioè questo è scarface ma tutte le cattiverie che si susseguono non sono fatte per far soldi o ancora più banale per il potere(tema tra i più inflazionati nella storia del cinema) ma per reali questioni morali.
comunque complimenti ancora
BlackNight90  01/11/2010 14:01:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao grazie, sì anche quello è un punto a favore del film, anche se non lo trovo geniale, è comunque originale e davvero ben sviluppato.