maremare 7 / 10 22/05/2009 11:25:39 » Rispondi Dopo la deriva onirica tout court naufragata nell'irrisolto 'Il regista di matrimoni', Bellocchio torna dentro gli argini definiti della Storia, narrando la vicenda del figlio misconosciuto Benitino e della di lui madre Ida. Il tentativo di riequilibrare il confronto tra Realtà e Sogno rimanda al precedente e più riuscito 'Buongiorno notte' ove una brigatista, rinchiusa nel gioco della Storia, prospettava a sé stessa un finale differente da quello che la storia stessa poi ci ha consegnato. Forse la mancanza del vissuto personale di un periodo storico lontano, non ha favorito l'osmosi perfetta presente nel film su e per Moro. In 'Vincere', invece, è troppo presente la necessità di narrare l'ascesa al potere di un folle e il delirio collettivo di una nazione. La vicenda più personale, intima, di Benito, Benitino e Ida, viene così relegata sullo sfondo, regalandoci, solo a tratti, il modo di fare Grande Cinema tipico del Maestro. La metafora è troppo scoperta e semplicistica e solo nelle peripezie manicomiali di Ida ritroviamo lo sguardo, l'estro creativo e il marchio estetico del Bellocchio migliore
emans 17/07/2010 18:05:05 » Rispondi Ottimo commento che inquadra anche il mio pensiero,complimenti!
forzalube 27/05/2009 17:04:50 » Rispondi A me sembra in primo piano la vicenda di Ida e quella dell'Italia sullo sfondo (come per altro voleva/doveva essere nelle intenzioni)
maremare 27/05/2009 17:49:49 » Rispondi mi riferisco alla resa estetica, più intima, passionale nel secondo tempo quando, guarda caso, la presenza ingombrante di Mussolini è sullo sfondo, a parte i cinegiornali d'epoca (un po' troppi a mio avviso)
ferro84 29/05/2009 02:00:47 » Rispondi Hai inquadrato il problema per me sono errori gravissimi se non fosse per lo stile direi quasi da sceneggiato rai