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A QUALCUNO PIACE CALDO regia di Billy Wilder

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  01/09/2014 15:04:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo 'Testimone d'Accusa' Wilder canalizza anima e corpo sulla commedia, tranne qualche malinconica contaminazione dramedy ('Fedora'), ma sopratutto in questa 2° parte di carriera meno spuria ed eterogenea, nasce la collaborazione che in seguito diverrà cronica con Lemmon, suo attore feticcio.
Ovunque lo metti, con qualunque caratterista lo accoppi, Lemmon migliora chi gli sta accanto, e se gli dai corda rischi di fargli eclissare il resto della troupe, solo Matthau nelle 3 collaborazioni wilderiane non sfigura minimamente.
Commedia capostipite di un sottogenere, quella degli equivoci, un tipo di commedia che non passa mai di moda, seppur inflazionata dalla parentesi delle commedie sexy italiane, copiata, plagiata anche più recentemente oltralpe resiste allo scorrere del tempo, ha tutto fascino, comicità, affresco storico sulla Chicago anni '30, passata alla storia per una sequela di gangster mitizzati da stampa e cinema. Abbraccia le sue tematiche, il travestimento che qui è anche un velato accenno alle interpretazioni psicanalitiche di stampo freudiano, alle ambiguità sessuali, ma anche la morte con le bottiglie di alcool nascoste nella bara, ci regala una Monroe nel suo prime, ottimamente dosata, che si fa attendere una ventina di minuti prima di comparire e monopolizzare a tratti la scena con il solo fascino tonalità platino e infine consacra Lemmon come suo alter ego davanti alla mdp.
Peccato termini qui il rapporto professionale con la Monroe, in seguito mi avrebbe incuriosito vederla nei panni di Irma la Dolce, un ruolo che le sarebbe attecchito dannatamente bene, tuttavia se il 'ripiego' è stata la MacLaine, Wilder non può recriminare nulla, probabilmente gli è andata anche meglio.