tylerdurden73 6½ / 10 13/12/2012 11:28:02 » Rispondi Dai registi "commerciali" dell'epoca Massimo Dallamano si è sempre distinto per uno stile molto personale e nell'abilità a misurarsi con sceneggiature spesso intricate pur rimanendo fedele ad un 'idea di cinema di ampia fruizione. Da quest'impronta non si discosta "Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff ?", pellicola dalla storia contorta ma mai eccessivamente farraginosa o forzata, con un poliziotto che in stile "Per un pugno di dollari" (o "La sfida del samurai", come più vi piace) si infiltra negli affari di tre bande criminali mettendole con astuzia l'una contro l'altra. L'ingegnoso progetto viene svelato poco a poco, tanto che in prima battuta è difficile capire da che parte stia il protagonista, di certo un individuo amorale e arrivista, abile a portare a termine il suo compito professionale e al tempo stesso trarne il massimo vantaggio in termini di denaro. L'ambiguo Ivan Rassimov pur non possedendo fenomenali doti recitative ha il volto giusto da bastardo, comunque meglio di lui la procace compagna di set Stephanie Beacham e l'attempata Patricia Hayes, una versione meno folle ma ugualmente pericolosa della Shelley Winters vista ne "Il Clan dei Barker". Non mancano complementi a sfondo erotico e violento, Dallamano però non calca mai la mano, offrendo delle sequenze incisive senza eccessi gratuiti. L'inseguimento in terra libanese, l'assassinio del gay e il finale beffardo sono le cose che si ricordano con più piacere di questo prodotto medio, gradevole ma mai veramente entusiasmante. Buone le musiche di Riz Ortolani.