Harpo 10 / 10 16/11/2006 00:31:57 » Rispondi Questo è un periodo in cui riesco a vedermi tantissimi capolavori e il film di Welles è indubbiamente uno dei più belli, se non il migliore. "Touch of Evil", come già da molti scritto, si presenta come un film piuttosto usuale che, almeno sulla carta, non dovrebbe portare innovazione alcuna. Per grande fortuna del cinema questo non avviene e Orson Welles firma un classico destinato a scrivere una pagina indelebile nella storia del cinema mondiale. Il piano sequenza iniziale (mi pare duri 4'10'') è quanto di più straordinario Hollywood abbia mai partorito. Tra ascese interminabili e discese vertiginose, Welles ci guida in questo vortice di immagini che ammaliano e affascinano. Ovviamente il regista-attore fornisce altri saggi di stile che rendono "L'infernale Quinlan" (titolo davvero orribile) un'esperienza visiva praticamente unica. Ma il film di Welles non è solo questo. In effetti la pellicola non è solo esibizione di stile, ma anche un’opera in grado di coinvolgere realmente lo spettatore. La pellicola di Welles, infatti, riesce ad appassionare oggi proprio come ci riusciva quasi cinquant'anni fa. Io, che sono un ragazzo giovane, vedendo “Touch of Evil” oggi per la prima volta mi sono ritrovato attaccato allo schermo pronto a tifare per il grandissimo Quinlan. Bisogna quindi anche sottolineare che il film di Welles riesce a sradicare dei principi che, spesso e volentieri, a Hollywood sono tutt'ora vigenti: il fatto di scegliere un americano come "cattivo" (che, seppur anomalo, rimane indubbiamente l'antagonista) è sicuramente un simbolo di precursione dei tempi: anche se probabilmente erano già stati realizzati dei film precedenti che inquadravano l'americano come il nemico, la scelta di Welles rimane indubbiamente coraggiosa e avanguardistica. Da segnalare anche lo sviluppo della trama: bisogna obbligatoriamente ricordare che pure sotto questo contesto, Welles precorre i tempi firmando una pellicola che anticipa (e di parecchio) certe scelte di grandissimi registi (Leone, Tarantino, ...). In effetti noi ci troviamo di fronte a una vicenda piuttosto semplice: l'omicidio di un ricco uomo d'affari. A questo contesto si vanno ad intrecciare una serie di storie che non fanno altro che giovare all'economia della pellicola: il dualismo Quinlan/Vargas,
la vendetta premeditata del capitano americano nei confronti del poliziotto messicano, con annessa sotto-vicenda concernente l'omicidio di un mafioso locale, ... . Però, in tutto questo turbinio di racconti, ne viene accennato uno che poi si scoprirà avere un ruolo fondamentale nell'evoluzione della vicenda: l'omicidio della moglie di Quinlan. Il detective americano, dopo non essere riuscito a catturare l'assasino della consorte, si adopererà in ogni modo per contrastare il crimine intraprendendo anche vie non propriamente legali. E questa sarà anche la causa della sconfitta del capitano.
Inutile sottolineare che grazie a questa serie di vicende, Welles permette ai personaggi di mostrarsi per ciò che sono e contribuendo quindi a rendere indimenticabile la loro caratterizzazione. Ci sarebbero ancora tante cose da poter scrivere, ma preferisco interrompermi, augurandomi che tante persone si guardino uno dei film più belli mai realizzati.