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L'INFERNALE QUINLAN regia di Orson Welles

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Lucignolo90     9½ / 10  05/02/2013 23:58:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un noir a tutti gli effetti e una trama forse già percorsa non sminuiscono in alcun modo questa ennesima pietra miliare del regista, sempre inimitabile a livello formale e a livello di interpretazione personale nel film, a conferma della versatilità che in pochi hanno avuto nella storia.
Curiosa la scelta di affidare il ruolo del procuratore messicano Mike Vargas all'americanissimo Charlton Heston. Ad affiancarlo una bella Janet Leigh (che vedremo sempre in una scena topica, sempre in un hotel, 2 anni prima di Psycho) e una diva per eccellenza come Marlene Dietrich, fonte di amara consolazione per il personaggio di Welles.
Comunque mai banale il punto di vista del regista e mi è sembrata una finezza quella di un confronto diretto e nemmeno troppo celato di 2 paesi vicini ma diversi come quelli dell'America e di un turbolento Messico di confine, con occhio solo all'apparenza severo verso il paese latino. Infatti analizzando le figure di Quinlan/Vargas notiamo che l'americano è sciatto, rozzo, spregevole mentre il messicano è onesto, curato nei modi e nell'aspetto, ad indicare (forse?) che non è mai l'ambiente più o meno ostile da cui si viene a fare l'individuo.

Già, l'attore/regista qui ci delizia con l'interpretazione MAGISTRALE del corrotto capitano di Polizia Hank Quinlan, regalandoci un personaggio che calza a pennello in questo film, con tutte le sfumature proprie di questa figura, temuta ancor più che rispettata e imponente sin dalla torreggiante presenza fisica (che Welles non esita a sottolineare con una grandiosa entrata in scena e con le ripetute riprese dal basso verso l'alto nelle scene collettive in spazi stretti), ma allo stesso modo portatore di troppi segreti e menzogne per restare ancora per molto allo scoperto.

Tecnicamente nemmeno mi verrebbe voglia di parlarne perchè OGNI film di Orson Welles è diretto chirurgicamente, non ce n'è uno che parlando di questo film non mi citi l'incredibile piano sequenza iniziale di 3 minuti e più dall'alto in carrellata oppure le inquadrature come detto dalle più improbabili angolazioni, o quando ti accorgi che quei personaggi stanno parlando sotto quel cono di luce e ombra studiate ad arte per conferire ancora più atmosfera alle scene; basta guardare la foto che ho messo sopra dove di ombre non ce ne sono ma c'è lo stesso un pathos incredibile quando ti parte questo primo piano con i due che stanno faccia a faccia a 20 cm e a ogni esitazione di Welles, Heston alza il tono della voce di un grado e lo incalza sempre più, e tu sei pietrificato come lo è Welles stesso in quel preciso momento....è come se OGNI VOLTA ti sparasse negli occhi dei flash per svegliarti dal torpore che sia ha concentrandosi sulla trama, volendoti ricordare che il cinema è anche, se non soprattutto, non i fatti che compongono le storie, ma l'abilità utilizzata nel mostrarceli.