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AVATAR regia di James Cameron

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jack_torrence     9 / 10  23/01/2010 15:13:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film d'eccezione, che si avvantaggia di 3 motivi di valore, i quali si potenziano virtuosamente l'un l'altro.

Il primo è il dato tecnico: semplicemente dopo Avatar il 3D potrà diventare gradualmente, come il colore, uno standard sdoganato presso il grande pubblico, una potenziale rivoluzione e non più un capriccio per pochi curiosi.
Avatar segna convincentemente un prima e un dopo per questa tecnologia, e se questo è vero, allora il prima e il dopo li segna come spartiacque per la storia del cinema, inevitabilmente.

Il secondo è il dato stilistico-contenutistico.
Avatar è perfetto compendio del cinema commerciale statunitense degli anni 2000. Punto d'incontro tra classicismo e post-modernità, almeno nella capacità di svariare con assoluta nonchalanche tra generi diversi quali il western di base, il fantasy, il melò, la fantascienza e il film di guerra, e poi nel citazionismo che è post-moderno nel senso di un film originale composto in larghissima parte di elementi rubati altrove e rimiscelati, non in modo autoriale ovviamente (nel senso di elitario), ma sempre mantenendo il target del prodotto che punta al record di incassi.
Tematicamente (questo è il punto forte): Riposa sull'archetipo dell'eroe che RISCOPRE UNA IDENTITà PIù AUTENTICA A CONTATTO CON UNA CIVILTà PIù VERA. Il processo è graduale, ben descritto, e sommamente liberatorio, per lui, per il popolo che ha scelto e lo ha scelto, e per il pubblico insieme a lui. Una catarsi cui necessariamente corrisponde il lieto fine.
I numi tutelari sono 2: Malik e soprattutto Miyazaki (grandi i parallelismi e gli omaggi al genio dell'anime giapponese, da Laputa fin soprattutto alla Principessa Mononoke!). Quelli a Malik forse risulteranno più evidenti, soprattutto per la Pocahontas di "The new world". Ma non scordiamoci che qui succede l'inverso: la Pocahontas di Malik finisce alienata in Europa, estirpata al proprio mondo di armonia tra Cultura e Natura, questa qui invece attira a sé lo straniero che diventa nuovo nel nuovo mondo di Pandora.
Che il tema centrale archetipico sia l'approdo a un nuovo sè e a una nuova identità è sottolineato sin dal titolo (significativamente Avatar e non - per di re- Pandora o "i na'vi"). Ed è benissimo accompagnato dal variare cromatico dai toni freddi delle ambientazioni umane a quelle ricche di luci colori e fosforescenze dell'incantevole Pandora.
(c'è pure, per i cinefili, un rimando a Cronenberg, anche se di tutt'altro segno rispetto al regista canadese, nell'uso di estremità corporee nervose contenute nelle chiome che mettono in contatto esseri viventi, compresi gli alberi).

Il terzo dato di valore è socio-culturale
Filosoficamente, in questo blockbuster assistiamo all'uomo che viene definito ALIENO, e al protagonista di cui infine viene celebrato il definitivo abbandono del proprio involucro corporeo umano, mentre si sveglia in primissimo piano il suo sguardo di na'vi (non più avatar dunque, ma na'vi in tutto e per tutto). E' un estremizzazione radicale dell'antiwestern alla Balla coi lupi e Piccolo grande uomo: l'antitesi tra Cultura e Natura è arrivata a un tale ultimo stadio di inconciliabilità, da potersi solo sanare in una nuova sintesi che è un ritorno alle origini, rappresentate dalle civiltà primitive che vivono in simbiosi con la Natura. Solo così si può recuperare la sintesi tra Natura e Cultura, impossibile ormai per la degradazione cui è giunta la civiltà occidentale. Questo film è significativo perché, anziché declinare, ultimo venuto, la decadenza della nostra civiltà, ne propone in termini fantastici e allegorici l'unica possibile soluzione: il declino totale e la rinascita sotto forma di un ritorno alle origini. Sotto l'ottimismo si cela dunque un irrimediabile pessimismo, perché ciò non è ovviamente possibile se non in forma di favola.
Storicamente, notevolissimo il film, perché porta le stimmate di una critica esplicita e totale alla politica estera USA (evidenti i rimandi alle guerre al terrorismo per l'acquisizione di una risorsa del sottosuolo). La nostra civiltà non vede alla Natura che come una risorsa da sfruttare. Solo male ne potrà discendere. Quale male? Una perpetua definitiva e inconsapevole CACCIATA DALL'EDEN.
Ma storicamente il film si muove su un piano persino più universale del contesto odierno e delle critiche alla politica estera USA. Infatti può essere letto, funziona, come una critica all'attitudine imperialistico-colonialistica della civiltà occidentale tutta, dalla conquista delle Americhe in poi. Evidentemente si comprende come la politica estera odierna USA non sia che la fase odierna di qualcosa che viene prima degli USA e che , negli USA, si manifesta già con i genocidi dei nativi americani.
Le modalità con cui si procede nel film alla brutale aggressione ai na'vi porta poi purtroppo i segni di un altro genocidio attuale, anche se poco noto: quello degli indios dell'Amazzonia (sul quale si veda, al cinema, il film Birdwatchers - la terra degli uomini rossi, di Marco Bechis).
StranzCronenber  25/01/2010 20:50:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo, sommariamente, con Someonelse.
I richiami a Malick (The new world) e a Miyazaki mi lasciano alquanto perplesso. Forse la vicinanza con il maestro dell'animazione orientale può starci, soprattutto per la sensibilità al tema dell'ecologia e allo spettacolo mozzafiato della natura aliena.
Però Malick.. mmmm... mi sembra azzardato. In The new world, ma anche in La sottile linea rossa, l'indagine è rivolta quasi eslusivamente al percorso spirituale, interiore, dei personaggi. In Avatar, mi sembra incontestabile, di questo non vi è la minima traccia.
Ha assolutamente ragione Someone quando pone il problema del "prescelto da dio".
E' semplicistico affidare all'onnipotente Madre Pandora la sorte del pianeta. Che senso ha?
E che valenza hanno, soprattutto, le scelte degli abitanti del pianeta?
Il deus ex machina in Avatar non interviene a risolvere una situazione altrimenti insuperabile, ma addirittura costituisce l'evento centrale da cui tutti gli eventi scaturiscono.
La problematicità dell'incontro tra due culture non è affatto affrontata nel film.
Anzi, è l'inganno che regge il plot.
L'inganno dell'avatar, il simulacro.
Gli indigeni sanno che si tratta di semplici gusci vuoti, a cui la fiducia viene accordata, ancora una volta, solo perchè interviene un segno divino.
La cecità con cui essi si affidano ad un androide, è disarmante.
E' la stessa cecità che guida le strategie folli dei fondamentalisti: il proprio dio indica la retta via, a nulla importa la critica razionale delle opzioni possibili.

Certo, però, devo dire che la visione di Someone su questa sorta di ineluttabilità della storia umana, fatta di soprusi, è troppo cinica e "utilitarista".
L'umanità oggi non ha gli stessi problemi di 1000 anni fa.
L'umanità oggi, ha strumenti che gli consentirebbero di distruggere il nostro Pianeta.
Confidare nella bontà dell'uomo, o giustificare tutto, facendo riferimento ad una sorta di storicismo a la Benedetto Croce, non ci salverà il deretano.



someone else  25/01/2010 22:25:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ben detto! Con parole da esperto. XD

solo un punto non mi convince:
"L'umanità oggi, ha strumenti che gli consentirebbero di distruggere il nostro Pianeta."
Certo, ma perchè le armi vengono usate amico mio?
-passione
-egoismo
-invidia
-vendetta

Oppure per difendersi da qualcuno che ti attacca per uno dei sopracitati motivi.

Perchè nessuno ha mai lanciato una attacco nucleare serio? Perchè sarebbero stati certi di morire, tutti. C'erano abbastanza ordigni da distruggere 10-20 volte la terra, ora ce ne sono solo abbastanza per distruggerla 5 volte. Ma nessuno ci pensa più seriamente.
L'istinto di sopravvivenza prevale su ogni emozione, positiva o negativa.

Queste cose fanno parte dell'uomo dall'inizio della storia, cambia solo l'arma (o strumento) usata, prima una pietra, poi una freccia, poi un proiettile, poi un laser ad alta energia.

Non sto dicendo che la storia è ciclica nè che l'uomo è "malvagio" per natura, dico solo che oltre al bene c'è anche il male, e spesso il male ha prevalso storicamente.
Ma penso fermamente che si possa migliorare. è solo che ci vuole una quantità di tempo enorme.

Ogni singolo essere vivente sul nostro pianeta ha come obiettivo il migliorarsi per essere sempre più adatto a sopravvivere. Ora, per sopravvivere come "razza umana" bisognerà liberarsi del male che c'è in ogni essere umano, e dopo vario tempo di tentativi ed errori (già in corso) ci si riuscirà, ma qui stiamo uscendo dalla Scienza ed entriamo nelle mie convinzioni personali... XD
jack_torrence  26/01/2010 01:33:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sai che queste tue parole mi trovano in più di un punto d'accordo con te?!
E infatti quello che dici a proposito del confronto con Malick ha un suo perché che ha fatto per un attimo vacillare la mia considerazione per Avatar. Però poi mi son subito ripreso... ;) Sai, Malik me lo porto sull'isola deserta (con La sottile linea rossa), e infatti io nel mio originario commento ad Avatar ho precisato che il parallelo poteva essere irrispettoso. Malik ha proprio tutto un altro spessore, in un contesto che approfondisce e scava dentro i personaggi come un film come Avatar non si sogna neppure. Ma sono 2 modi di fare cinema profondamente diversi. Se dovessi scegliere, Malik tutta la vita, ovviamente. E' divino. Però Avatar nasce con altre pretese, e si rivolge a un pubblico più ampio. La logica del commerciale non mi porta a rigettarlo aprioristicamente. Ebbene, Avatar è un'opera molto molto meno "rifinita" artisticamente, rispetto a un film di Malik, eppure l'impatto emotivo, interiore (veicolato anche da quello sensoriale, ma non solo sensoriale, non solo epidermico) si avvicina molto a quello che può avere un film di Malik. Se per intendere Malik c'è bisogno di essere abbastanza cinefili, aperti a un linguaggio d'autore (ho diversi amici che lo trovano di una noiosità pazzesca), e di conseguenza parla a palati raffinati, Avatar ha il grande MERITO di parlare una lingua semplice e di conseguenza più comprensibile. E' chiaro, l'opera in termini stilistico-linguistici ne risente. Ma non il suo valore, se consideri - come considero io - che nell'essere il tipo di film che è, è un film miracolosamente fuggito a dozzine di potenziali difetti. Quelli che sono i suoi limiti (e quasi mai difetti) sono a mio parere surclassati dai suoi pregi.
Ciao!
jack_torrence  26/01/2010 01:34:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
stiamo facendo casino con i commenti ai commenti ai commenti! Quello mio dell'1.33 è diretto a SCronenberg :)
gikkio74  26/01/2010 15:26:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nonostante non sia d'accordo con un pò di cose e con il voto finalmente una recensione che ad un voto alto corrisponde dei contenuti e motivazioni, non indotta dal solito infantile ed eccessivo"FABOYSMO".
Ottima rece complimenti
someone else  23/01/2010 18:53:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"nel senso di un film originale composto in larghissima parte di elementi rubati altrove e rimiscelati, non in modo autoriale ovviamente (nel senso di elitario), ma sempre mantenendo il target del prodotto che punta al record di incassi."
Un modo carino per dire che ha scopiazzato a destra e a manca per fare un film commerciale?

"RISCOPRE UNA IDENTITà PIù AUTENTICA A CONTATTO CON UNA CIVILTà PIù VERA"
Dissento con questa frase. Quella era una civiltà meno avanzata, ma erano sempre esseri umani travestiti. (cioè la cultura è esattamente la stessa degli indiani d'america, che sono esseri umani. E i Navi hanno emozioni e reazioni umane alle situazioni nel film.)

"Il processo è graduale, ben descritto, e sommamente liberatorio, per lui, per il popolo che ha scelto e lo ha scelto"
Faccio notare che senza l'intervento dei semi volanti (quei cosi che sembravano meduse volanti) dell'albero che porta il volere della divinità Jake sarebbe stato ucciso da Neytiri nelle scene iniziali del film, oppure abbandonato dopo il combattimento con quei "cani" alieni. Questo è un caso di "prescelto da DDDDIO" da manuale.

"Questo film è significativo perché, anziché declinare, ultimo venuto, la decadenza della nostra civiltà, ne propone in termini fantastici e allegorici l'unica possibile soluzione: il declino totale e la rinascita sotto forma di un ritorno alle origini."
In che senso? Alla fine gli umani le hanno prese dai Navi e sono tornati sul loro mondo morente. Cosa ti fa pensare che contino di rinascere tornado alle origini?
(invece di tornare in forze per picchiarli tutti?)
jack_torrence  24/01/2010 10:40:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) è una caratteristica del cinema c.d. post-moderno quella di copiare a destra e a manca, il valore è dato dalla capacità di ricomporre un quadro originale fatto di elementi presi altrove. L'operazione condotta con ambizioni "autoriali" conduce ad es. a Tarantino; in termini prettamente commerciali a film come Avatar.

2) e perché avrebbero dovuto essere diversi dagli indiani d'America, diversi da una civiltà umana, diversi dagli uomini? Senza contare che senza emozioni e reazioni umane non sarebbero riusciti a creare alcuna empatia con lo spettatore, il film è evidentemente diretto ad uomini, e non ha l'interesse di immaginarsi una cultura extraterrestre "non-antropomorfa". Ha valenza metaforica. Più vera, quella cultura, rispetto alla nostra degradazione a 360° gradi: ossia, più vera e autentica, sì, la cultura di tutte le popolazioni indios "meno avanzate" come scrivi tu, ancora resistenti sul pianeta Terra.

3) Prescelto da Dio. Yes! E dove sta scritto che questo connotato del protagonista (funzionale alla trama e coerente all'archetipo narrativo scelto) inficia la diegesi?!?

4) la "soluzione" di cui parlo è fiabesca, allegorica e individuale. nel senso che viene proposta allo spettatore singolo per la sua riflessione personale. Per la civiltà tutta non c'è speranza: sì magari torniamo e li picchiamo tutti. Peggio per noi dannati. (Il film propone il percorso individuale di un singolo uomo, ma lo segnala come emblematico).

Ciao
someone else  24/01/2010 17:25:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) un conto è il citazionismo, un conto è lo scopiazzare. Comunque, se si vede che è scopiazzato (cioè le parti non stanno tanto bene insieme) non è una bella cosa.

2)Non so, magari per cambiare, per essere più alieni, per non sembrare solo umani con la pelle blu. Dopo Pocahontas, Pocahontas 2, Balla Coi Lupi, Piccolo Grande Uomo, L'ultimo dei Mohicani, svariati film di serie B sulla falsariga, un ennesimo film con una civiltà uguale agli indiani d'america (e Cameron dice che sono stati fatti studi antropologici per creare sta civiltà scopiazzata) importati nella fantascenza con una trama praticamente uguale dà fastidio. Almeno a me.

3) Non so che è la diegesi e non mi interessa. Tu hai detto "per il popolo che ha scelto e lo ha scelto," in quella frase citata prima. Io ho detto che il volere del popolo in quella scelta non c'entra, Jake non ha usato le sue doti fisiche o mentali per impressionarli e convincerli ad accettarlo come una persona normale avrebbe dovuto fare, ma ha avuto la fortuna di essere il "prescelto" della loro divinità.
Permette a chi scrive il copione di sorvolare su aspetti complicati come il contatto tra culture diverse o di spiegare il motivo per cui deve essere per forza lui il protagonista anche se non c'è un motivo logico.
Che messaggio c'è dietro questo classico utilizzo del "prescelto"?
"Aspetta che sia Dio a sceglierti e non metterti in gioco?"
Beh non condivido, ma stavo solo puntualizzando una imprecisione nel testo che hai scritto.

4)Ma a che riflessione può portare una soluzione chiaramente irreale e fiabesca? Spinge 4 pirla che credono che sia reale a fare idiozie mentre gli altri la riconoscono come tale e la ignorano.
Un pò come il movimento Hippie negli stati uniti... un totale fallimento.

"sì magari torniamo e li picchiamo tutti. Peggio per noi dannati."
è quello che ogni direttore di multinazionale sano di mente farebbe...
Non ci vedo nulla di strano.

Con gli indiani hanno fatto lo stesso, con gli Incas e gli Atzechi hanno fatto lo stesso. E sono passati 200-300 anni senza grossi inghippi.
Genocidi, stragi, casini, ***** vari, ma siano ancora qui a sparare cavolate senza estinguerci. Forse c'è un motivo, forse no ed è solo fortuna.

Riguardo alla tua "soluzione fiabesca".
I problemi della società attuale sono gli stessi problemi che la società umana aveva 1000, 2000, 3000 anni fa. Anche tra gli Indiani, "civiltà superiore" secondo te c'erano tradimenti, intrighi e, ogni tanto, guerre. Solo che una tribù di indiani erano 4 gatti con archi e frecce, mentre ora un esercito sono migliaia di uomini con carri armati, artiglieria e supporto aereo. La gente innocente moriva perchè pochi avevano sete di potere proprio come adesso.
Ed essere più vicini alla Natura non aiutava minimamente.
La tecnologia facilita nel compiere il bene come nel compiere il male. E' e rimarrà sempre neutrale, come la scoperta della scrittura o della lingua comune. Un arco non è più letale di un mitra se tutti hanno le tue stesse armi.
Quindi, una volta ammesso che il problema vero è l'uomo, con il suo egoismo e lo scarso rispetto per la vita in generale, la soluzione sarebbe contrastare questi istinti.
Non è facile mettere giù tattiche per affrontarlo con successo, ma almeno è quello il problema.
jack_torrence  25/01/2010 15:27:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1) le parti secondo me stanno MOLTO bene insieme, in un amalgama che è originale e oltretutto molto riuscito.
2) ci credo agli studi antropologici; non mi pare proprio che la civiltà na'vi così come descritta possa essere concepita dal primo sceneggiatore venuto con solo un'idea generica di indiani d'america in testa :-D
3) questa tua "critica alla critica" la accolgo, ha un suo senso (soprattutto nel senso che si crea una facilitazione alla trama), però non la condivido, perché la facilitazione avviene all'inizio del percorso di assimilazione, nel punto cioè in cui esso poteva iniziare o non avvenire per nulla. Passato quel momento (con un intervento divino che è legittimo nella mitologia di qualunque epoca e latitudine - e questo film E' connotato sotto tutti i profili dalle caratteristiche del mitologico), il processo sarà piuttosto travagliato e attraversato da fasi ben descritte di educazione e assimilazione progressiva, con alti e bassi anche piuttosto seri. Se poi non ti convince e non ti sta bene x principio che lui alla fine sia assimilato, allora a nulla vale discutere :)
4) qui non ti rispondo neppure; troppo distanti i nostri punti di vista. Specie le sfumature politiche che si intravvedono facilmente dietro i nostri reciproci discorsi e dietro ai tuoi giudizi abbastanza grevi ("idiozie" e "pirla").
Il fatto è che il mio giudizio e il mio apprezzamento del film non prende le mosse da una valutazione banalmente politica. Il portato dei valori che ci intravvedo e che cmq esistono, a prescindere da Avatar (in termini di rispetto e considerazione per la Natura e la dimensione spirituale) va ben oltre la politica.

Ti consiglio di vedere i film di Miyazaki e di Malik a questo riguardo; poi ne riparliamo, evitando di scannarci (criticamente) su Avatar, mettendo in realtà in gioco posizioni e pensieri che vanno oltre il film di Cameron
StranzCronenber  25/01/2010 21:04:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E se l'intervento divino significasse che l'integrazione è necessaria alla sopravvivenza?
Il prescelto non è un Na'vi, bensì un Avatar, e cioè il simulacro di un soggetto appartenente ad una razza aliena.
Perchè proprio lui è destinato a salvare Pandora?
Forse perchè ciò implica un messaggio ben preciso: poco importa la razza di appartenenza, quando in gioco ci sono valori universali.

Tuttavia, Cameron ha inserito un indizio che funge da spina nel fianco allo smaccato buonismo di cui il film poteva macchiarsi: la figura del marine handicappato.
Di fatti, la sua voglia di vivere nell'avatar è dettata esclusivamente da un disvalore: la perdita delle gambe. E' improntata all'egoismo, la sua scelta.
Forse, e sottolineo forse, questo egoismo si è tramutato in empatia verso i Na'vi, quando si è reso conto della brutalità e della cattiveria della razza umana, capace di devastare per biechi interessi economici, un'intera civiltà ed il suo habitat naturale.
Sicchè, mi viene in mente la visione cristiana della vita: il dolore aiuta ad avvicinarsi a Dio. Il senso di perdita dovuto all'handicap ha consentito al marine di avvicinarsi a coloro che, contrariamente agli umani, erano ancora pervasi della bontà divina.

someone else  25/01/2010 22:44:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"E se l'intervento divino significasse che l'integrazione è necessaria alla sopravvivenza?"
Sicuramente. Ma non aiuta certo a mettere in pratica la cosa nella vita di tutti i giorni. Se è DDDIO che ordina di farlo nessuno potrà imitare il film nella vita reale, perchè dall'ultima volta che DDDIO ha parlato direttamente sono passati un pò meno di 2000 anni.
vedi la risposta 3 al mio commento al post che hai commentato.

"Perchè proprio lui è destinato a salvare Pandora?"
Come Harry Potter avrebbe dovuto sconfiggere Voldemort.... brutti ricordi...
Essere un Eroe è una scelta personale. Sei un vero Eroe quando hai le PALLE per prendere in mano una situazione e trionfare anche se avresti potuto benissimo fregartene e andartene per la tua strada evitando ogni danno.
Quello è un VERO EROE, non un prescelto a caso che agisce agli ordini di un potere superiore.
Nel caso di Avatar il giochetto del prescelto serve solo per evitarsi la fatica di descrivere in modo decentemente realistico un "primo contatto" tra due creature diverse. Jake per il resto si comporta da Eroe anche per i miei canoni, anche se alla fine fa scelte obiettivamente errate.

"Di fatti, la sua voglia di vivere nell'avatar è dettata esclusivamente da un disvalore: la perdita delle gambe. E' improntata all'egoismo, la sua scelta."
Nonostante tecnicamente le gambe poteva farsele aggiustare (quando scende dalllo shuttle orbitale dice chiaramente che è un problema di soldi, che con la sua pensione da invalido non può comprarsi le operazioni necessarie), hai ragione, vuole scappare da una realtà che non gli piace pittosto che affrontarla
jack_torrence  26/01/2010 01:36:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Intrigante da morire questa tua sequenza di riflessioni!
Mi piace mi piace assai (anche per quanto attiene alla visione cristiana della vita, sì sì)
jack_torrence  26/01/2010 01:51:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
anche questo naturalmente è diretto a StranzCronenberg
someone else  25/01/2010 22:26:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
3) il punto è che la parte "in cui esso poteva iniziare o non avvenire per nulla" è molto interessante, essa può effettivamente insegnare al pubblico come ci si approccia ad una cultura aliena (basta uscire di casa... l'"alieno" è il prossimo tuo) in un modo rispettoso ma efficace, viene "evitata" da questo giochetto del "prescelto da DDDIO". Che poi venga accettato dai Navi mi va bene, ma sarebbe bello imparare a farmi accettare dagli altri vedendo come fa Jake coi Na'vi piuttosto che sentirmi dire che "devo farmi accettare" o "devo accettare il prossimo".
Quello sarebbe un bel messaggio.

4) Mi scuso per i "giudizi grevi", che non sono rispettosi nei confronti dell'interlocutore. Mi scappano ogni tanto per via dell'emozione, posso solo scusarmi.
Inoltre ti assicuro che non c'è nulla di politico dietro quello che dico, anzi sono onestamente schifato dalla politica in generale. (destra, centro, sinistra)
Ti invito a rispondere. Questo punto c'entra veramente poco con Avatar.

Se nemmeno tu credi che un "ritorno alla natura" sia possibile, (se dici fiabesco) allora come pensi sia possibile risolvere i problemi dell'uomo? "siamo tutti condannati" mi sembra una frase da pessimista. In un modo o nell'altro ce la siamo sempre cavata.
Perchè qui no?


Miyazaki non mi piace (film troppo onirici) e Malik non so chi sia, vedrò di documentarmi sul suo conto.
jack_torrence  26/01/2010 01:44:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, vengo direttamente al punto 4)...grazie per le scuse, accettate ovvio, anche perché non mi ero sentito offeso in prima persona, mi era solo spiaciuto per il tuo commento e il tono del dialogo che non ne giovava certo.
Cmq anche io ti trovo cinico e non condivido quella che mi sembra essere la tua maniera di analizzare le questioni storiche e sociologiche, però venendo alla questione su cui mi inviti a rispondere ti dico che mi trovi schifato quanto te dalla politica in generale (ma che non mi sembri simpatizzare per valori di sinistra si può affermare?) ;) TALMENTE SCHIFATO CHE NON DISPREZZO SOLAMENTE I TEMPI CHE CORRONO MA SONO PESSIMISTA NEI RIGUARDI DELLA POLITICA IN SENSO STORICO. Ecco il mio pessimismo "siamo tutti condannati", solo apparentemente in contraddizione con i valori e le utopie che scorgo nel film. Il punto in cui credo si risolve il mio pessimismo politico e il mio ottimismo ideale sta nel singolo individuo. Ho abbandonato da tempo le speranze per le magnifiche sorti e progressive dell'umanità in generale (la nostra civiltà occidentale la vedo su un piano inclinato, da lunghissimo tempo, e per lunghissimo tempo; l'umanità no, è diverso: l'umanità gira e rigira come dici tu sta sempre allo stesso punto), ma conservo le speranze per ciascuno, che nella sua vita, nel suo spirito, e nella sua sfera di relazioni sociali e affettive, possa sviluppare il meglio.
jack_torrence  26/01/2010 01:47:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' al singolo che il film Avatar si rivolge, a ciascun singolo uomo. E del resto quale opera potrebbe non rivolgersi che al singolo? Ma Avatar manda un messaggio non politico, ma personale. e qui sta il suo merito secondo me: di mandare un messaggio di grande valore, che ciascuno può far suo, non in senso politico (ancora crediamo che il cinema o l'arte in generale possano influire sulla politica? Io non ci credo assolutamente), ma in senso appunto di valori da coltivare dentro per vivere meglio con sé e con il prossimo nostro.
someone else  26/01/2010 22:18:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
già, ma non innova. Si limita a dire "fai così" invece di fornirti un modello da seguire, da imitare.

è sicuramente meglio di niente ma io mi sarei accontentato di una storia meno illogica.
gandyovo  23/01/2010 15:27:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bella e affascinante la tua analisi. spero davvero sia così. l'inizio di un nuovo inizio, o per lo meno un aiuto... (non per il cinema ovviamente ma per l'umanità) - aggiungerei quindi: portate i bambini!!!
StranzCronenber  26/01/2010 19:05:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sono perso nelle risposte alle risposte!
Insomma, c'è poca da aggiungere a quanto sin quì scritto: mi pare si sia riusciti a trovare una sintesi delle opinioni espresse, piuttosto soddifascente.

Sul problema alle gambe:
mi era sfuggito il fatto che il marine poteva farsele aggiustare. In effetti, ora che ci penso, il Colonnello (fantastico nella sua malvagità!), gli propone l'operazione come premio per i suoi servigi di infiltrato.
Beh, è un'altra conferma all'impressione iniziale che ho avuto.
Come ho detto nel mio commento principale, la trama, per quanto poco originale nel suo complesso, è costruita bene, con poche sbavature sotto il profilo della concatenazione logica degli eventi. Questo a Cameron, devo riconoscerlo.

someone else  26/01/2010 22:23:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"la trama, per quanto poco originale nel suo complesso, è costruita bene, con poche sbavature sotto il profilo della concatenazione logica degli eventi."
(sospiro)
ma certo, un dio che senza nemmeno conoscerlo toglie d'impaccio il protagonista all'inizio, e che poi salva il deretano a tutti alla fine.
Tanto valeva dire direttamente alla divinità di lanciare gli animali alla carica dall'inizio.
Per non parlare del fatto che se seguiamo la logica, le possibilità che gli umani tornino con armi VERE e un esercito VERO sono molto elevate.
StranzCronenber  27/01/2010 18:26:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
che c'entra, gli umani sono i predestinati dominatori dell'universo!

someone else  29/01/2010 18:06:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stai scherzando? Sono i Na'vi che cavalcheranno bestie spaziali trattenedo il respiro tirando frecce perforanti contro corazze in grado di reggere impatti di micrometeoriti al 10% della velocità luce!




StranzCronenber  03/02/2010 20:35:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
buahahahahahhahahahaha
si scusa, non ci avevo pensato!
W I NAVI!
jack_torrence  29/01/2010 13:23:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:-D :-D :-D
Rask  23/01/2010 15:33:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
!
jack_torrence  23/01/2010 15:42:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La mia recensione più estesa a questo link: http://www.kultunderground.org/articoli.asp?art=1526

:-)
Rand  23/01/2010 15:50:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento eccellente!
Un anlisi approfondita anche delle tematiche politiche che si intravedono nel film!