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VOGLIO LA TESTA DI GARCIA regia di Sam Peckinpah

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elio91     8 / 10  28/09/2012 11:54:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Altra grande prova di Peckinpah nel suo periodo migliore; inoltre ebbe anche il controllo totale sul film, cosa non da poco visto i massacri cui pellicole precedenti e successive dovettero sottostare a causa della produzione.
Ed è un film eccessivo e squilibrato in ogni sua componente: passa e travalica il genere diventando degenere (si passi il gioco di parole); dal romanticismo esasperato e maledetto all'humor più nero, dalla malinconia quasi patetica alla violenza nuda e cruda. Inoltre non dovrebbe sorprendere se, tra i dialoghi del protagonista con la testa di Garcia (grandioso il fatto che mai lo si veda, manco da morto se non in foto) e una lenta discesa negli inferi, questo sia non solo il film più nero di Peckinpah ma anche il più misogino, ciò è chiaro. A partire da Elita innamorata di Bennie ma con in "testa" sempre Garcia (che bastardo, è lui la causa di tutto il casino e ci crepa ad inizio film), ma forse non solo lui: emblematica in tal senso la sequenza di stupro (iniziale) e dolcezza (successiva) con Kristofferson, che tanto ricorda l'analoga scena in Cane di Paglia. E poi il grandioso momento sulla tomba di Garcia... e per finire, ricordiamoci pure che tutta la vicenda nasce (e finisce) con la figlia del ricco messicano, la cui intemperanza sessuale scatena i cani alla caccia di Garcia e aizza, nel finale già citato, il protagonista a concludere l'opera.
Mai la donna ha avuto un ruolo più ambiguo, inquietante e da strega e probabilmente mai Peckinpah è stato più nero, autodistruttivo e feroce fòttendosene di tutto e tutti. Come ha sempre fatto.

Warren Oates magnifico!