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VOGLIO LA TESTA DI GARCIA regia di Sam Peckinpah

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kingofdarkness     7½ / 10  12/06/2015 11:03:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ambientato in un Messico post-western anni '70, è un film disperato e maledetto che inizia come dramma on the road a sfumature thriller, per poi evolversi in un vero e proprio action a suon di sparatorie ed inseguimenti a raffica.
Lentissima e quasi straziante la prima ora (in puro stile Peckinpah), peraltro satura di dialoghi inutili e situazioni poco interessanti ai fini della trama….spettacolare invece tutta la seconda parte, nella quale, oltre che ad una massiccia dose di azione, assistiamo alla metamorfosi interiore del protagonista che, pervaso dai sensi di colpa dopo aver perso l'amata, cambia totalmente registro nei confronti di quello che inizialmente era il suo solo ed unico obiettivo, evolvendosi da cinico figlio di pùttana a vero e proprio giustiziere solitario in missione.
Strepitosa da questo punto di vista la performance di Warren Oates nel caratterizzare il fallitissimo Bennie, musicista da 4 soldi inizialmente senza alcun principio morale, ma che con il susseguirsi degli eventi si vede costretto a rimettere in disccussione sè stesso, intrapendendo un sanguinoso percorso di redenzione che sfocerà poi in una totale carneficina finale.
Forse l'azione e le sparatorie possono sembrare un tantino esasperate, ma risultano comunque cariche di suspense, violente e ben enfatizzate da un sapiente utilizzo dei rallenty (John Woo ha imparato molto da Sam, eh si).
Discrete le musiche, anche se fondamentalmente anonime.

Peckinpah non è un regista che considero leggendario, nonostante riconosca il valore di alcune delle sue opere ("Cane di Paglia" e "Il Mucchio Selvaggio").
Questo "Garcia", però, è sicuramente uno dei suoi lavori più apprezzabili.