Marco Iafrate 8 / 10 17/04/2008 22:11:50 » Rispondi Horror psicologico, uno fra i generi più appassionanti e
coinvolgenti di tutto il panorama cinematografico. Quando uscì nel
1942, "Il bacio della pantera" di Tourneur con la produzione di
Val Lewton per la RKO ebbe un tale successo di pubblico che anche la
critica che lo aveva accolto freddamente giudicandolo inspiegabilmente
noioso fu costretta ad aggiustare il tiro; talmente lunga era la
permanenza nelle sale cinematografiche che molti recensori furono
costretti, anche a seguito di una visione più attenta, a cambiare in
positivo il loro giudizio. Il film, pur rientrando a far parte della
categoria dei B-movies ( pellicole a bassissimo costo ) riuscì lo
stesso a far presa sulle masse; l'orrore nascosto: mutazioni, mostri,
trasformazioni, maschere, richiedono i costi di truccatori ed effetti
speciali, qui tutto ciò che è soprannaturale non viene
manifestato, si lascia insinuare nello spettatore il dubbio, il sospetto,
la paura di quello che potrebbe accadere, immergendolo in una dimensione
ambigua di grande fascino e di forte condizionamento psicologico. La
struttura della trama si poggia sul mistero che circonda il rapporto
dell'attrice protagonista ( Irena ) con la pantera di uno zoo della
città, non essendo palesata nessuna trasformazione, viene a crearsi
quella sottile simbiosi tra la donna e il felino mai rivelata, continue
allusioni simboliche accomunano le due creature ma tutto rimane
straordinariamente in bilico tra il reale e l'immaginario; non mancano
comunque scene che associano Irena alla pantera, dai graffi felini
prodotti dalle unghie delle sue mani, all'inquietudine che manifestano
gli animali ( soprattutto i gatti ) quando vengono a contatto con la
donna. Tourneur ci regala un film dalle atmosfere classiche del
thriller/horror anni '40 con una suspense ed un gioco di ombre
fantastico; lontano dall'essere adatto agli estimatori
dell'horror/splatter attuale, ma vera e propria perla per gli
appassionati del bianco e nero.