kowalsky 8½ / 10 13/05/2007 23:29:25 » Rispondi Ci sono voluti decenni di vita e di aspettative per vedere "Aguirre" e finalmente ce l'ho fatta. Quel che è certo è che non ha tradito le mie attese, ma a volte ho sentito la necessità di una maggiore introspezione psicologica e personaggi meno stilizzati (la figlia, il comandante)... forse Herzog si è soffermato soprattutto sulla figura (ambigua, contraddittoria ed è giusto che rimanga come tale) del frate Gaspar De Carvajal...
Anche nei momenti più ironici si respira un forte indidualismo registico rispetto alle operazioni di questo tipo, a cominciare dalla sceneggiatura continuamente arricchita nel corso delle ripres, tanto brevi quanto travagliate, anche se una certa sequenza (quale? chiedetelo a Coppola che l'ha citata con maggior rigore) forse l'avrei opportunatamente evitata.
Grande e solenne poema epico sulle rivelazioni del Potere (a un certo punto tutti hanno un loro scopo, una propria meschinità) è un film che affascina soprattutto per la capacità inedita (non avevo mai visto nulla di simile) di raccontare la vita e soprattutto la morte con sommessa partecipazione.
Le splendide sequenze del Machu Picchu e dei rii delle Amazzoni contrastano abilmente con la follia degli uomini davanti a una non comune esperienza di sopravvivenza e all'illusione del potere.
Indimenticabile il lungo silenzio che sovrasta le sponde del fiume, il "nemico invisibile" e la prestazione muscolare e magistrale di Kinski, quasi un Napoleone illuso dalla propria fame di conquista.