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AGUIRRE FURORE DI DIO regia di Werner Herzog

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pier91     9 / 10  30/07/2011 13:25:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel Rio delle Amazzoni Aguirre si è riconosciuto una docile fibra dell'universo.
Ciumi  30/07/2011 16:57:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ungaretti?
In effetti credo che nessuno nella storia cinema si sia sentito così poco “docile fibra dell’universo” quanto Kinski…
pier91  30/07/2011 20:02:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esatto, Ungaretti (I fiumi).
Capisco cosa vuoi dire, provo a spiegarmi. Quel "docile", nella poesia originale, non ha il significato di sottomesso o debole, ma di dissonante, disarmonico. Il sentimento che esprime non è la fragilità, la "piccolezza", ma la consapevolezza di una irreparabile asimmetria fra l'Uomo e l'Universo (o se vogliamo la Natura). In tal senso, almeno secondo la mia percezione, Aguirre nel finale si riconosce "una docile fibra dell'universo". Questo vedo io in quel suo ultimo delirio di follia.
Ciumi  31/07/2011 09:01:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anch'io ho capito cosa intendi, la mia non voleva mica essere una critica...
Sulla poesia di U. sono però d'accordo solo in parte, quel che dici è vero se ampliato ad altri momenti della sua opera, ma nel passo in cui è contenuta la citazione, a mio parere, il poeta si sente davvero in armonia con l'universo, si dimentica del suo "sangue rapido alla guerra", si riposa come una "reliquia", stanco, si abbandona al sentimento e al ricordo. E' un momento, una "rara felicità", non dura, il "supplizio" di non credersi in armonia non tarderà a tornare, forse sta in ciò l'asimmetria di cui parli...
Poi Aguirre è vero che si dovrà riconoscere una "docile fibra dell'universo", in un modo o nell'altro, sfinito dal proprio delirio di grandezza, così come Ungaretti dalla guerra... Chissà se anche Kinski in quel fiume ha ripassato le epoche della sua vita...

pier91  31/07/2011 13:56:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In realtà su Ungaretti siamo più d'accordo di quanto sembri, hai espresso molto meglio di me un concetto che io avevo tentato confusamente di chiarire. I versi da me citati fungono appunto da prodoromo del "supplizio" di non credersi in armonia. Bisogna anche dire che nella poesia di Ungaretti i sentimenti sono sempre molto sfumati, nebulosi a volte. Ma proprio per questo è sempre un piacere confrontarsi con altri lettori. A proposito, mi permetto di consigliarti un video su youtube: "Giuseppe Ungaretti: poesia e segreto".

E' probabilissimo che Kinski abbia rivissuto la sua vita in quel fiume...so che minacciò più volte di lasciare il film, immagino che interpretare se stessi sia un'esperienza logorante...

Ciumi  01/08/2011 09:55:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie del consiglio, ne ho approfittato per vedere anche altri video con suoi interventi o interviste, e mi sono piaciuti molto. Tra l'altro era simpatico, oltre a dire cose interessanti, e belle. E' vero, da Mallarmé ha tratto il "segreto", soprattutto tentando di purificare la parola, nel senso di provare a liberarla da un significato univoco o vincolante.

In cambio ti do un consiglio anch'io, se non l'hai ancora visto e ti va, nel documentario "Kinski, il mio nemico più caro" Herzog ripassa la vita di Kinski, praticamente un pazzo che ne racconta un altro.

pier91  01/08/2011 13:53:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi interessa eccome, lo scarico subito, grazie Ciumi