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AGUIRRE FURORE DI DIO regia di Werner Herzog

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Lucignolo90     10 / 10  26/01/2013 16:28:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può sembrare esagerata l'affermazione di Werner Herzog che in un documentario del 99 dedicato a Klaus Kinski riferì:"Durante il periodo di riprese di Aguirre furore di Dio, Kinski palesò più e più volte l'idea di abbandonare il set, una volta per non farlo andar via fui costretto a minacciarlo di morte".
Eppure nell'esasperazione del regista, vittima dei continui sbalzi d'umore e attacchi d'ira del folle genio tedesco, non si può non provare una certa empatia. Nei panni del regista non avrei preso con leggerezza l'abbandono di Kinski da quel progetto. E non perchè si trattasse del protagonista del film e avrebbe comportato inevitabili rialzi del budget o perdita di tempo.

No, perchè la verità è che NESSUN attore al mondo avrebbe potuto interpretare il ruolo di Aguirre come ha fatto Klaus Kinski se non Herzog stesso, ma con risvolti inevitabilmente meno talentuosi e d'impatto. Ed è questo il motivo per il quale il sodalizio tra questi 2 folli amanti del cinema è durato anni: si assomigliavano pur svolgendo ruoli diversi, e forse anche per questo, compatibili fra loro. Kinski per Herzog era la "materia" da plasmare a seconda delle situazioni e dei compiti che il film richiedeva, il tramite che trasformava i suoi pensieri sul film in gesti e parole sul set. Viceversa, Herzog per Kinski era il maestro di vita prima ancora che di lavoro, l'unico uomo nella sua vita che sapeva gestirlo, che sapeva veicolare positivamente i suoi tremendi sfoghi rabbiosi, li provocava lo stesso regista volutamente a volte, perchè la rabbia di Kinski risvegliava l'intero set, spaventava le comparse indios, gente abituata a comunicare a gesti e bassa voce, ma svegliava gli altri attori principali, e dava una marcia in più a livello di patos.

La genialità dell'attore non si fermava di certo alla recitazione; più e più volte è stato riferito che non ci pensava due volte ad interrompere le riprese magari anche solo per un bisbiglio che avvertiva fra 2 membri della troupe, oppure perchè non si sentiva illuminato nel modo giusto. E puntualmente aveva sempre ragione. Come aveva ragione nel sostenere che se un attore entra nell'inquadratura spalle alla cinepresa e poi si gira, il momento perde l'effetto voluto; per questo inventò un personalissimo passo ("Spirale-Kinski") per entrare in scena di profilo da un lato dell'inquadratura e volgersi verso la camera senza però guardarla.

Passando più specificamente al film: più di una volta guardandolo ho avuto un deja-vu con "Apocalypse Now": il fiume e un viaggio dalle mille insidie verso qualcosa di fantomatico e comunque di incerta esistenza (sia Eldorado o Walter Kurtz), i vari membri dell'equipaggio che vengono meno a a mano a mano del protrarsi del film, alcune scene in particolare (quella della gabbia in legno in cui viene rinchiuso Ursuà è praticamente la stessa scena rivisitata 7 anni dopo che vede il dialogo tra Martin Sheen e Dennis Hopper). Sicuramente Coppola deve molto a questo film (e infatti dopo su wikipedia ho letto, con poca sorpresa, che questo film è stata sua fonte diretta d'ispirazione). Certamente il capolavoro di Werner Herzog, scritto in 2 giorni, girato in 5 settimane, destinato a lasciare un segno indelebile per sempre.