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I 400 COLPI regia di Francois Truffaut

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olikarin     8½ / 10  05/02/2018 03:57:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vidi la scena finale di "I quattrocento colpi" prima di visionarlo interamente: ce la fecero vedere durante un seminario. Al di là di questo incidente di percorso, è un film verso cui nutro un certo affetto per motivi di studio. Manco a farlo apposta, proprio ieri ho guardato l'Infanzia di Ivan, realizzato dopo soli tre anni, difficile non pensare alle analogie: la vicenda narrata dal punto di vista di un adolescente, il suo bisogno di libertà ma soprattutto il finale.

Truffaut riconobbe in Antoine Doinel, interpretato così spontaneamente da Jean-Pierre Léaud, un vero e proprio alter ego, tanto che egli fu protagonista di un'altra serie di film "Il ciclo di Antoine Doinel" nel corso di diversi anni. Entrambi nati al di fuori del matrimonio, segnati da un'infanzia travagliata, innamorati del cinema e della lettura.

Il regista descrive in modo pessimistico il rapporto genitori-figli. In un solo momento la madre si apre verso Antoine, sebbene questo non abbia poi risvolti positivi: "sai, anch'io ho avuto la tua età, ed ero anch'io ostinata, non mi confidavo con i genitori". Delineata in modo dolcissimo è invece l'amicizia con René, l'unico con cui Antoine può essere se stesso e sul quale può contare. Per il resto è incompreso, solo e privo figure di riferimento (istituzioni comprese).

L'esordio di Truffaut è un vero e proprio pilastro della Nouvelle Vague, un'opera autobiografica dedicata ad André Bazin (com'è evidente dai titoli di testa), figura fondamentale nella vita del regista. "I quattrocento colpi" non è - a mio avviso - emozionante, non presenta picchi d'intensità ma è uno dei film cardine della storia del cinema: va visto, punto e basta..