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I 400 COLPI regia di Francois Truffaut

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Marco Iafrate     10 / 10  21/12/2007 18:58:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impossibile rimanere indifferenti di fronte a pellicole di questo genere, tutti siamo stati bambini, tutti, chi più chi meno, ha vissuto i problemi dell'adolescenza, le paure, le incomprensioni, l'ingresso nel mondo dei grandi, l'approccio nella società; Truffaut ci porta all'interno di questo universo facendoci immergere nella vita del ragazzo protagonista, il tredicenne Antoine Doinel. Il fascino della ribellione, dell'indipendenza, del senso della libertà al quale il giovane Antoine aspira, contrasta con la gelida atmosfera che è costretto quotidianamente a vivere, sia a casa che a scuola lo stesso bisogno di amore, la stessa indifferenza, le stesse incomprensioni. Dichiaratamente autobiogragico, il film sottolinea magistralmente il difficile rapporto che il regista ha avuto da piccolo con i propri genitori, un'adolescenza priva di tenerezze, di abbracci, di affetto.
Il mondo degli adulti visto dagli occhi di un bambino è la cosa più bella che possano vedere gli occhi di un adulto, è una lezione di vita, è l'occasione per la riflessione; noi ci dimentichiamo di essere stati bambini e a volte non comprendiamo, o meglio non ci sforziamo di comprendere, le loro paure, i loro disagi, il loro bisogno di affetto, è un lavoro costante, non bastano veloci sprazzi di tenerezza, il tentativo di riconciliazione della mamma nei confronti di Antoine è patetico, è conseguente ad uno scopo, "comprare" la fiducia del figlio. In casa Antoine risulta essere un elemento di disturbo, mangia da solo, dorme in corridoio "in mezzo ai piedi", non è seguito negli studi, è un peso; è un quadro di una tristezza indicibile, è la sconfitta degli adulti. Per certi versi il film ricorda il bellissimo "I figli della violenza" di Bunuel dove il dramma dell'adolescenza negata è descritto in maniera ancora più cruda; di una bellezza commovente la scena di quando Antoine viene portato al riformatorio con la camionetta, la MDP alterna le inquadrature ora sul viso triste e spaventato del bambino, ora su quello che gli scorre davanti agli occhi, le strade, i palazzi, i prati....la sua vita; la consapevolezza della perduta libertà fa scendere l'unica lacrima che vediamo sul viso di Antoine; è tutto bellissimo, fino al mare.