caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FINO ALL'ULTIMO RESPIRO regia di Jean-Luc Godard

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Dom Cobb     7½ / 10  20/02/2019 15:11:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mentre continua a seguire le sue losche commissioni, un ladruncolo parigino ricercato dalla polizia si intrattiene come può con l'amante americana...
Il cinema francese non è mai veramente salito alla ribalta nella coscienza popolare, i suoi registi, attori e prodotti in generale non hanno mai soppiantato la fama o tanto meno la presenza a livello internazionale delle megaproduzioni hollywoodiane, almeno da quel che vedo in giro; tuttavia, sarebbe sbagliato liquidarlo come uno stile conforme a tanti altri. Anzi, proprio dal cinema francese è nato, all'inizio degli anni '60, un nuovo modo di vedere, fare e intendere cinema (la Nouvelle Vague) che ha poi trovato un naturale sbocco, complice i subbugli sociali e culturali del decennio, nel movimento della New Hollywood. In un certo senso, la Nouvelle Vague e maestri riconosciuti del calibro di Truffault e Godard sono stati la principale fonte del cambiamento che di lì a poco investirà l'intera industria in quel di Hollywood. Ed è cominciato tutto con un gruppo di critici alle prese con il loro primo progetto cinematografico.
"Fino all'ultimo respiro", esordio di Jean-Luc Godard dietro la macchina da presa, è uno di quei film fatti chiaramente al risparmio, ma a cui non solo non gliene frega nulla, ma ne va addirittura fiero. Tecniche improvvisate e decisioni prese all'ultimo momento per accorciare la durata risultano in uno stile povero, ma intenzionalmente, in un modo che il film riesce a volgere a proprio vantaggio e a trasformare in uno stile unico e tutto suo; non dissimile da come, a suo tempo, fecero i maestri del neorealismo, le cui caratteristiche stilistiche sono nate tutte per necessità più che per scelta.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Ed è proprio lo stile a rendere estremamente affascinante un film che, per il resto, si regge su fondamenta non proprio solidissime: come tutti i film francesi di questo preciso genere, anche quello di Godard presenta i classici elementi, come una grossa enfasi su singole scene a scapito di una vera e propria trama; dialoghi divaganti e privi di un ritmo o di uno scopo preciso, "casuali" si direbbe; e un'aderenza maniacale alla realtà vissuta, con un approccio che rasenta in più punti il documentaristico. E' un tipo di intrattenimento per palati fini, non adatto alle masse, e anche se ha contribuito a diffondere certe tecniche filmiche entrate oggi nel vocabolario comune di registi e montatori (penso a gente come Guy Ritchie), uno spettatore moderno potrebbe trovarlo alquanto pesante nonostante la durata abbastanza breve. Gli attori fanno la loro parte senza farsi notare troppo, supportati da un ottimo doppiaggio, mentre a distinguersi da tutto il resto è l'ammaliante colonna sonora dalle tinte jazz, e in particolare il tema principale, da rimanervi incastrato in testa in eterno.
Punto d'inizio di un movimento filmico e culturale che, sotto molti aspetti, indica la nascita dell'era cinematografica moderna e l'inizio della fine del cinema classico, "Fino all'ultimo respiro" rimane una pellicola fortemente atipica, unica, intrigante e imprevedibile, una tappa obbligata per qualsiasi cinefilo che si consideri tale e un testamento della varietà e creatività del medium cinematografico.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER