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FINO ALL'ULTIMO RESPIRO regia di Jean-Luc Godard

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7½ / 10  19/04/2015 16:59:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come la prima fase di Von Trier prima di approdare al dogma, il primo Godard volontariamente è tutto forma poca sostanza, anche se c'è un accenno ai temi del primo periodo: dall'incomunicabilità, alla solitudine e al ritratto femminile che nei successivi 2-3 anni approfondirà con la consorte.

Vuole farne il manifesto insomma, eversivamente ribaltare i modelli del cinema classico, lo destruttura e lo ricompone a suo modo, lo spoglia di spettacolarizzazione (i finali del primo periodo son tutti uguali tragici e privi di pathos), gli stessi omicidi avvengono rapidamente e tanto celermente cambia sequenza, coi jump cut (celebre l'omicidio del poliziotto) lo spolpa della parte centrale lasciandolo volutamente incompiuto, un espediente che si trascinerà in tutto il periodo, eventi che vengono ripresi con soggettive anziché in campo lungo facendo ampio uso dello scorbutico montaggio discontinuo. Sempre nell'ottica di sovversione dei canoni prestabiliti, Godard parodizza il noir americano facendo 'trollare' Belmondo per tutto il film macchietta del modello Bogart, oppure abbattendo la quarta parete comunica direttamente con gli spettatori. Resta un manifesto, di innegabile importanza seminale, intellettualisticamente cinefila, ma il meglio Godard saprà darlo con la Karina, parallelamente al nostro Pietrangeli e ai suoi ritratti femminili neorealistici.