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IL SETTIMO SIGILLO regia di Ingmar Bergman

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  28/01/2008 13:38:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ispirandosi agli affreschi risalenti all’epoca medioevale che osservava all’interno delle chiese fin da fanciullo,Ingmar Bergman decise di affrontare un film che parlasse di ricerca della fede e del destino dell’uomo in un mondo sull’orlo del baratro,privo di quei valori morali e religiosi perduti inesorabilmente a causa di una dilagante corruzione dell’animo umano.
Il regista affida al cavaliere Antonius Block,dal ritorno dalle crociate, l’incarico di rappresentare il suo alter-ego,delineando la figura di un uomo divorato dal dubbio.
Incalzato dalla morte,unica ed inesorabile certezza, il cavaliere che ha rinunciato all’amore e al suo bel castello per soddisfare in terra santa i voleri della chiesa,cerca di conoscere delle risposte che possano quietare il suo animo tormentato.
L’esistenza di D.io,la vita dopo la morte,la cieca obbedienza nella fede,sono i grandi dubbi che divorano Antonius al quale si contrappone il suo fedele scudiero Jons, che si dimostra scettico e incapace di credere che esista realmente qualcosa di superiore all’essere umano.
Il mondo in cui Bergman cala i suoi personaggi è tremendamente oscuro,colpito da una peste che non concede tregua,attraversato da un fanatismo religioso che sfocia in esecuzioni sommarie,sermoni deliranti e processioni di fedeli atterriti ,divenendo cosi' lo specchio di una realtà in cui l’uomo si muove senza piu’ osservare una morale né tanto meno delle regole civili.
Secondo la visione del regista non tutto pero’ è malato o corrotto,in mezzo a questo terrificante affresco umano si stagliano l’innocenza e la giovialità di una famigliola di commedianti,con i quali il cavaliere passerà l’unico momento realmente sereno dopo il suo ritorno in patria,inducendolo ad un atto d’amore nei confronti di questo nucleo di gioia e spensieratezza che salverà dall’oscura signora con un astuto sotterfugio.
La famigliola è secondo Bergman,quell’esile fiammella di speranza ancora ravvisabile in un mondo estremamente triste ed oscuro,un messaggio di pace in grado di contrastare nella sua semplicità il male dilagante.
Bergman affronta temi importanti analizzando il suo stesso smarrimento di fronte all’ignoto,il suo lavoro ineccepibile,non lesina anche qualche momento piu’ leggero e divertente,stupenda la regia e notevolissimo l’utilizzo del bianco e nero,buone le interpretazioni di Max Von Sydow,Gunnar Bjornstrand e dell’incantevole Bibi Andersson,veri attori feticcio del regista scandinavo.
Ottimo lavoro che analizza non solo la misteriosa condizione umana ma che lancia anche un atto d’accusa nei confronti della religione quando questa sfocia nel fanatismo e viene utilizzata come strumento per raggiungere beni materiali.
Marco Iafrate  28/01/2008 14:43:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un piacere vedere che le notti passate a scaldare biberon non hanno minimamente intaccato la tua vena di scrittore, ottima analisi di un capolavoro che avrò visto 3-4 volte ma che ancora non ho commentato, non so cos'altro scrivere di meglio ma ci proverò. Un saluto a te, signora e soprattutto.........
Marco.
Mauro Lanari  16/02/2008 03:13:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il biberon è per lui? (Mauro Lanari)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  18/02/2008 09:35:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No è per te.
Invia una mail all'autore del commento wega  16/02/2008 21:39:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
..mi tocca ridere. Ehi niente contro di te T73!
Mauro Lanari  16/02/2008 23:52:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie,sei sempre gentilissimo wega,è un piacere ricevere i complimenti da te in quanto sei sicuramente uno degli utenti piu' esperti in questo genere di pellicole. (Mauro Lanari)
Invia una mail all'autore del commento wega  18/02/2008 11:29:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magari fosse vero... ma mi ha fatto un pò ridere sul serio comunque. Ma ripeto niente contro di te T73, so che non te ne importerebbe a prescindere, anzi comunque le mie congratulazioni.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  18/02/2008 09:39:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ehmmmm.... la tua ironia è veramente patetica,scusa se te lo faccio notare.
Un'altra cosa,potresti andare a rompere le palle da un'altra parte?i tuoi interventi puerili mi infastidiscono,per cui te lo dico con le buone...aria!
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
Grazie e buona giornata.

Mauro Lanari  18/02/2008 23:45:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, rompo le palle e infastidisco proprio te, e puoi dirmelo anche senza le buone, tanto sei già stato abbastanza chiaro. Non auguro buona giornata a te ma al tuo pupo, che ha un genitore che già l'ha condannato alla mortalità mentre si spippa decantandola in Bergman. (Mauro Lanari)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  19/02/2008 10:05:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oooooh!!!!!Mi sento terribilmente in colpa...

Ah ah ah ah ma vai a farti vedere!!!!
Invia una mail all'autore del commento wega  18/02/2008 23:58:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ultima riga è davvero pessima, non tanto per Bergman ad un certo punto. Io sarei già andato in bestia.
Mauro Lanari  19/02/2008 00:43:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora vuol dire che ho colto nel segno. (Mauro Lanari)
Mauro Lanari  19/02/2008 07:11:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono strafelice che i miei interventi risultino “puerili”, poiché ciò significa che sto dalla parte giusta, quella dei puer e non dei puerperi, della prole e non dei proletari. Infatti qui ci troviamo al cospetto della domanda filosofica più aspra e gravosa: se un essere umano (osannando quest’opera di Bergman) dimostra d’essere pervenuto alla coscienza della problematicità dell’esistenza, della vulnerabilità, caducità, precarietà, fragilità, finitudine e limitatezza, come osa poi chiamare dal ni-ente un nuovo ente per renderlo partecipe d’una simile agonia? Tutt’al più, qualora si appioppi/rifili il punteggio massimo a film quali “La vita è bella” di Benigni, “La vita è meravigliosa” di Capra o “Vogliamo vivere” di Lubitsch, almeno uno dimostra di comportarsi in coerenza con l’Etica della Sacralità della Vita (ESV), che tollera e giustifica ogni nefandezza a discapito della qualità esistenziale. In tal caso spetterà allo Stato farsi garante dei diritti violati del neonato, tramite adeguate misure di legge per ora inesistenti. Invece nel caso ora in questione c’è la semplice e pura contraddittorietà fra il detto/scritto e l’agito. È un problema che, nel nostro contesto culturale con radici ebraico-cristiane, viene tabuizzato rispettivamente dalla veterotestamentaria strage dei primogeniti e dalla neotestamentaria strage degli innocenti. (Mauro Lanari)
Ps: ho l'intenzione di riportare tale dibattito nel forum "Filosofi".
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  19/02/2008 10:02:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non credo valga la pena di perdere altro tempo leggendo i tuoi deliri,se stai scherzando mi complimento per la tua ironia,altrimenti ti consiglio un buon psicanalista.Ora scrivi pure quel che vuoi.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  28/01/2008 15:01:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie,sei sempre gentilissimo Marco,è un piacere ricevere i complimenti da te in quanto sei sicuramente uno degli utenti piu' esperti in questo genere di pellicole.
Diciamo che venerdi' sera,sfruttando un paio d'ore di calma, sono riuscito a godermi questo bellissimo film che in verità avevo anch'io già visto,ma di cui avevo un ricordo non chiarissimo.

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