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IL SETTIMO SIGILLO regia di Ingmar Bergman

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Marco Iafrate     10 / 10  09/03/2008 16:23:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Indiscutibilmente uno dei più grandi registi di tutti i tempi, Ingmar Bergman ha basato le sue opere sui temi che lo hanno accompagnato per tutta la vita: l'incomunicabilità tra le persone, la ricerca di D.I.O., la percezione che ha l'uomo della malattia e della morte, le forti crisi esistenziali che colpiscono le coppie e le famiglie
Dopo una serie di sperimentazioni espressionistiche la sua ricerca ha lentamente virato verso l'essenzialità, circondandosi, per l'interpretazione dei personaggi della maggior parte dei suoi film, di attori feticcio come Ingrid Thulin, Liv Ullmann, Bibi Anderson, Gunnar Bjornstrand e Max Von Sydow; tra i tanti premi ricevuti nel 1957 riceve quello speciale della giuria a Cannes con "Il settimo sigillo" dove la dimensione allegorica si sviluppa in tutta la sua forza e penetra prepotentemente all'interno della tematica religiosa attraverso i dubbi e la crisi esistenziale del cavaliere Antonius Block lacerato da angosciosi interrogativi sull'esistenza di D.I.O. dal momento che, tornato a casa da una crociata, stanco e deluso, trova intorno a sè soltanto pestilenza, inquisizioni e morte, la stessa morte che, in vesti umane, gli si presenta all'improvviso davanti informandolo che è venuto a prenderlo essendo giunta la sua ora, ma l'uomo non è preparato a morire se non dopo aver riempito il vuoto che incombe nel suo animo, vuole prima una risposta ai suoi dubbi, ha bisogno di tempo, per ottenerlo sfida a scacchi la morte.
Il settimo sigillo, ossia l'ultimo, quello del tragico finale della visione apocalittica, dei sette con i quali è sigillato il libro, contenente l'ultimo tra gli scritti del nuovo testamento, che verrà letto dall'agnello di D.I.O. ( Gesù Cristo) per venire a conoscenza dei misteri della vita, dà il titolo a questo grande film dove, per aquisire questa conoscenza il cavaliere chiede alla morte una dilazione al compimento del suo destino.
Credo sia superfluo addentrarmi troppo nell'analisi filosofica ed esistenziale del film o sulla grandezza della sua struttura: soggetto, scenografia, fotografia ecc. ( lo hanno fatto molti, e bene, di quelli che mi hanno preceduto), magari mi soffermerò su quello che a me ha colpito di più: la straordinaria bellezza dei dialoghi del cavaliere con la morte, asciutti, diretti, ma di una profondità devastante.
"Vorrei parlarti sinceramente ma il mio cuore è vuoto, il vuoto è uno specchio che riflette la mia immagine e provo disgusto e paura, l'indifferenza mi ha isolato dagli uomini, vivo un mondo di fantasmi rinchiuso nelle mie fantasie e nei miei sogni; perchè D.I.O. si nasconde in una nebbia di promesse e di miracoli che nessuno ha mai visto? perchè D.I.O. continua a vivere in me in questo modo doloroso ed io non riesco a liberarmene? voglio che mi parli, che mi sveli il suo volto;" alla replica della morte che gli dice: "forse D.I.O. non esiste!" l'uomo riprende: "allora la vita è un assurdo errore, nessuno può vivere con la morte di fronte agli occhi sapendo che tutto è nulla, la mia vita è stata vuota, piena di cose insignificanti, non provo amarezza soltanto perchè sò che la maggior parte degli uomini vivono così."
Pago di essere riuscito a distrarre la morte e di aver ritrovato un rapporto di solidarietà con gli uomini, il cavaliere accetta volentieri di perdere la partita a scacchi; il dramma dell'esistenza, nelle diverse valenze filosofiche, religiose ed ideologiche si chiude.
Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  04/04/2008 10:08:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento. Saluti
Marco Iafrate  04/04/2008 22:36:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ringrazio Biagio, è un piacere ricevere un complimento da te.
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  27/03/2008 16:44:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Marco,mi era sfuggito il tuo commento,vedo che finalmente hai avuto l'ispirazione giusta per poterlo postare.
Complimenti per la tua analisi come al solito perfetta,mi ripeterò,ma è un piacere leggerti. :)
Marco Iafrate  27/03/2008 22:56:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
.....ed io ti ringrazio come sempre per la tua gentilezza; sì, quando c'è un film che adoro, che magari ho visto più volte e non ho avuto l'ispirazione per commentarlo subito, paradossalmente poi mi rimane più difficile, mi perdo un pò, è strano ma mi succede così. Vabbè, ormai è andata, "ci siamo tolti questo dente!" un saluto.