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UN TRANQUILLO POSTO DI CAMPAGNA regia di Elio Petri

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LoSpaccone     6½ / 10  20/04/2009 18:28:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film surreale e ossessivo che qualcuno erroneamente vede distante dal cinema politico di Petri. Lo stile visionario è infatti abbastanza anomalo per il regista ma i temi di fondo, pur passando attraverso una storia "diversa", non lo sono. Nella vicenda di un artista nevrotico che si sente oppresso dalle regole del mercato e che trova la libertà creativa attraverso la pazzia, in realtà, c'è molto di quel lucido anticonformismo con cui Petri ha analizzato i rapporti tra poteri e società.
Il difetto maggiore del film sta nella fusione non del tutto riuscita tra i due aspetti principali della storia, cioè quello psicologico (l'inquietudine del pittore) con quello esoterico (la presenza del fantasma), che sembrano andare avanti in modo parallelo senza trovare un preciso punto di contatto nella narrazione. Il film va comunque apprezzato per la sua unicità nel panorama italiano: io l'ho trovato, con le dovute cautele, un ibrido tra "Morte a Venezia" e "Shining"!

P.S. Ammetto di avere qualche difficoltà a giudicare film come questo. Si consideri il voto suscettibile di aumento, soprattutto per gli amanti delle pellicole più "psichedeliche".