Secondo capitolo delle saga Bourne non si mostra all'altezza del primo, seppur una discreta regia di Greengrass che migliorerà nel terzo. Passati due anni, viene commesso un duplice omicidio che risale a J. Bourne tramite l'impronta lasciata. Riprende di nuovo la caccia e spunta il dossier del progetto Treadstone chiuso nel primo film che si rivelerà un problema grosso e fatale per alcuni. Buon collegamento col primo, con una storia dello stesso livello, meno interessante. Le pecche del film sono le scene incomplete in alcuni casi; conoscendo il russo, qui fa veramente pena, è come se uno di quelle tribù dell'Amazzonia parlasse l'italiano, pessimo (parlo dei protagonisti russi); la Allen che mi sta antipatica; la camera ipermovimentata di Greengrass nelle scene action; dettagli trascurati, poca originalità. Nonostante ciò, il film mantiene un buon ritmo, musiche suggestive, sceneggiatura calibrata e buone interpretazioni. Il più superficiale della saga che si guarda volentieri.
Il taxi giallo che guida Damon, la macchina Volga, è un cesso di macchina forse euro -03, che faccia tutte quelle manovre e imitazioni di Space Shuttle è impossibile sulla strada, in più bagnata. A malapena cammina da sé, costruita ancora con le tecnologie sovietiche … vergogna totale. Dovevano prendere qualche Mercedes visto che girano tante a Mosca, o Bmw. La polizia che imita gli americani urlando "butta la pistola" è tutta una montatura. Loro non si avvicinano neanche ma ti sparano da lontano, e poi nemmeno un kalashnikov, quando ogni secondo ne ha uno. Erorrini.