jack_torrence 6½ / 10 25/01/2011 22:14:19 » Rispondi A dispetto della ripetitività di alcune sequenze di azione, la novità di questo sequel è duplice: - la regia di Greengrass impone uno stile (macchina a mano nervosa, zoom e sensazione di "cinema verité") che è perfetto per cogliere sia lo smarrimento sia la risolutezza istintiva del protagonista: insomma un senso di continua precarietà in un mondo dove tutti sono meglio informati e la realtà è un puzzle i cui tasselli vanno ancora ricomposti; - il motivo dell'identità, che nel primo film è un pretesto, diventa un tema morale: procedendo verso il significativo finale, il film mette in scena non tanto la ricomposizione di un enigma, quanto l'occasione di un'autocritica e di una rinascita. La perdita della memoria diventa l'opportunità per Bourne di liberarsi del killer che è stato, e che può scegliere di non tornare a essere.