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LE CONSEGUENZE DELL'AMORE regia di Paolo Sorrentino

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elio91     9 / 10  25/09/2010 18:42:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Preavviso che il commento contiene anticipazioni sul finale e su tutta la trama del film,altrimenti avrei dovuto metterlo interamente sotto spoiler.


"Forse sedermi a questo bancone è la cosa più pericolosa che ho fatto in tutta la mia vita"

Perché Le conseguenze dell'amore? Cos'è questo titolo strano che sembra preannunciare il solito filmetto da 4 soldi melodrammatico e strappalacrime da cui il nostro cinema è ancorato da anni?
Perché alla fine si tratta di un film strepitoso che i generi li mischia a suo piacimento e ha uno stile,quello di Sorrentino,che si dimostra unico nel suo genere. Né giallo,né gangster,né thriller fino in fondo eppure è anche tutte e tre queste cose.
Le conseguenze dell'amore è il titolo perfetto,ambiguo perché lo stesso film lo è fino alla fine. Lo è Titta Di Girolamo,residente da anni e anni in Svizzera con la sua fisionomia affascinante ad un primo sguardo ma anche indifferente e ombrosa ad una seconda occhiata. Protagonista assoluto su cui la pellicola gira (straordinario Servillo),uomo misterioso che in questo albergo consuma un'esistenza monotona e piena di segreti inconfessabili. E per buona parte della durata del film noi spettatori ci facciamo congetture e cerchiamo di penetrare all'interno di quest'animo per capirlo,poiché rimaniamo confusi dal suo essere una persona a metà come si definisce egli stesso: né un tossicodipendente ma neanche un uomo estraneo alla droga. Così tiriamo congetture,crediamo di aver capito che è un uomo mediocre certamente indifferente ai figli e alla ex moglie,che parla con supponenza e con l'aria di avere la puzza sotto il naso. Indoviniamo in lui anche scampoli di umanità quando viene tirato in ballo un suo amico d'infanzia e per la prima volta sembriamo accorgerci che anche lui ha dei sentimenti. Ma poi torna il Titta estraneo e inconoscibile,ci accorgiamo che è infastidito dalla visita del fratello minore.
Ogni tanto passa le sue serate giocando ad Asso piglia tutto con dei vecchi e squallidi nobili la cui unica aspirazione,oltre a barare, sarebbe quella di "morire in maniera spettacolare".
Ogni tanto c'è anche l'imprevisto che irrompe,come due scagnozzi siciliani che gli fanno una visita. Qui Sorrentino si sbizzarisce: nelle sequenze dell'omicidio compiuto dall'uomo in tuta notiamo tutta l'influenza che hanno avuto i film americani rielaborati però anche questi sotto il suo personale stile grottesco e visionario.
E l'esistenza del protagonista va avanti lenta e sempre uguale,tra il rumore ipnotizzante dei soldi con cui ha a che fare,le sigarette e l'apatia apparente verso tutto e tutti. Fino a quando finalmente la sua vita subisce uno scossone e subirà le famigerate conseguenze dell'amore,a cui si raccomanda di stare attento. Dopo questo i tasselli cominciano all'improvviso a mettersi al loro posto e ci si svela un Titta più umano,una persona tutt'altro che apatica ma a cui è stata rubata una vita,ricattato dalla mafia a rimanere in questo limbo di monotonia e di vuoto svizzero. Il ritmo che stava diventando insostenibile, per quanto delizioso e tecnicamente superbo, prende un accelerata improvvisa, si ribella alla routine e si ribella alla vita che è costretto a vivere,ci si ritrova a maledire i casi della vita che sembrano voler umiliare Di Girolamo (l'ambulanza che incrocia la macchina dove si trova,la moglie del nobile con cui gioca a carte che lo accusa di essere una persona cattiva perché ha smascherato il marito baro).
Poi capiamo in un crescendo di emozioni dataci dall'utilizzo perfetto del flashback che Titta sa bene a cosa va incontro,alla fine del film e alla sua fine. Finalmente decide di tornare veramente a vivere e di compiere un inutile sberleffo ai suoi forzati datori di lavoro; dopo che gli hanno rubato la vita lui ruba la loro valigietta. Una cosa in realtà da nulla per loro,dopo aver deciso della sua sorte per l'ennesima volta se ne vanno a pranzo,ma è tutto per Titta che trova il riscatto e la liberazione. Non deve dimostrare niente a nessuno ma solo a sé stesso quasi catarticamente ma rimane ambiguo fino alla fine.
Ci siamo resi conto che,pur sentendo i suoi pensieri,questa persona non la conosciamo affatto e rimane ambiguo fino alla fine: i soldi che da ai suoi vecchi compagni di gioco possono essere una compensazione dell'averli fatti soffrire per aver smascherato i loro imbrogli,o magari perché invece è Titta stesso che morirà in maniera spettacolare e inconsapevolmente a loro li ripaga in manier ironica (di cose di cui non hanno bisogno). I suoi pensieri verso Sofia sono di amore o magari di odio perché all'appuntamento finale lei non si è presentata? Possiamo solo immaginarlo.
Ma ci colpisce il suo ultimo pensiero,l'unica cosa certa di cui ci viene data conferma: la speranza che da qualche parte il suo miglior amico che non vede da anni e anni stia pensando a lui.
In un film freddo e apparentemente poco emotivo,il finale paradossalmente tenero in mezzo ai ghiacci è un colpo dolce al cuore,commovente. E ci viene voglia di rivedere e di capire più a fondo quali conseguenze abbia portato al protagonista l'amore.

"Una cosa sola è certa,io lo so.Ogni tanto,in cima a un palo della luce,in mezzo a una distesa di neve contro un vento gelido e tagliente,Dino Giuffrè si ferma,la malinconia lo aggredisce,e allora si mette a pensare;e pensa che io,Titta Di Girolamo,sono il suo migliore amico."
oh dae-soo  25/09/2010 19:22:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, che dire. Hai commentato 2 film che erano nella mia lista dei film del decennio e te ne esci con un 9,5 e un 9... Le conseguenze dell'amore rischia fortemente di essere il miglior titolo italiano degli anni 2000. Gran bel commento, non ti sei soffermato però sulla regia e sulla fotografia, di un'eleganza pari solo a quella che ho visto in alcune perle orientali. Se riguardi il film, noti come in Sorrentino non ci sia una singola inquadratura banale (come ne Il Divo) e un gusto estetico straordinario. Ciao.
elio91  26/09/2010 00:26:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao.
Non mi sono soffermato se non con qualche accenno sulla regia e sul reparto tecnico,è vero,ma per una volta non ne ho sentito il bisogno,ho preferito soffermarmi su ciò che ho provato e sentito durante la visione.
Se vuoi sapere la mia la penso come te,ogni inquadratura mai fuori posto,la scelta di musiche perfetta. E ovviamente Sorrentino ha uno stile visivo unico che lo renderà col tempo non solo il miglior regista italiano odierno (oggi lo è,secondo me) ma anche internazionale. Non credo di averla sparata grossa...

strange_river  28/09/2010 18:39:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Solo a leggerla, quell'ultima frase, mi si inumidiscono gli occhi.
Non ci resisto.
elio91  28/09/2010 22:51:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sorrentino ha un talento speciale anche per i dialoghi,sfido a trovarne uno che sia banale in tutti i suoi film,specie in questo e nel Divo.
E lo confesso,anch'io mi commuovoper quel finale ogni volta e l'ho rivisto 4 volte di fila. Splendido.