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ANTICHRIST regia di Lars Von Trier

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The Gaunt     8½ / 10  27/05/2009 00:41:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Von Trier non lascia indifferenti, questo è certo, Tuttavia le accuse di misoginia che sono state mosse al film a me sembrano prive di ogni fondamento. Semmai se devo scegliere il personaggio negativo del film direi lui non certo lei. Lui che nella sua arroganza e superbia pretende di far elaborare e superare il dolore della morte del figlio alla moglie, quando egli stesso non lo ha nè elaborato nè certamente superato

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. La follia già latente nella moglie

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER trascinerà lentamente il marito (e la sua razionalità) nel delirio folle della consorte acuitosi in maniera esponenziale dopo l'evento traumatico, In un certo senso Von Trier ci descrive una sfida che viene persa in partenza, dove gli errori stanno a monte della vicenda (e qui forse c'è il riferimento a Tarkowskij).
Personalmente non l'ho trovato noioso, i dialoghi e gli attori sono straordinari, però se vi aspettate un horror sui generis, lasciate perdere e risparmiate i vostri soldi. Ho dato meno peso al lato puramente visivo, visto che mi interessava molto di più le dinamiche tra i due protagonisti: la fotografia è comunque bellissima, l'ambientazione inquietante e i punti di contatto con The Kingdom ci sono. Si può discutere sulla scelta espressiva di alcune scene molto forti, ma questo rientra nella sfera dei gusti personali. Bisogna tenere conto tuttavia che il tema del superamento di un grave lutto non è certo nuovo nel cinema e quindi Von Trier ha scelto forse una strada meno convenzionale del solito.
pier(pa)  27/05/2009 01:28:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento (come la maggior parte dei tuoi).
Però certe volte mi sei sembrato troppo alla ricerca di un senso "psicologico" che secondo me invece Von Trier vorrebbe evitare.
The Gaunt  27/05/2009 11:11:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, anche il tuo commento è ottimo.
Secondo me è proprio il senso psicologico la chiave del film o almeno gli dà una linearità che definirei inesorabile. Grazie a questa interpretazione (per carità, non essendo del "settore" posso anche aver sparato una caterva di stronz.ate) trovavo risposta a molti quesiti che mi ponevo. Parto dal presupposto che in questo film non esiste una componente soprannaturale e se non ho capito male dal tuo commento siamo su pensieri abbastanza antitetici. Tuttavia ti ripeto che anche il tuo commento è ottimo e condivisibile.
pier(pa)  28/05/2009 22:22:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao:)

Anche io credo che i commenti che abbiamo fatto siano abbastanza diversi. Anche se, ci tengo a precisarlo, io non intendevo parlare di enti trascendenti. Per me quel male radicale è insito nel mondo, nel suo non avere, in effetti, nessun bene-male nessun buono-cattivo nessun vero-falso. Von trier secondo me ha comunicato (non perfettamente, ma può essere che io mi sbagli e che non fosse questo il suo intento) questa inquietudine. La chiave per me in questo senso è proprio quella natura-matrigna che fa vedere anche negli animali.
The Gaunt  28/05/2009 23:18:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In poche parole il film di può riassumere in una terapia iniziata con presupposti sbagliati ed eticamente disastrosi (come ho scritto nel commento), continuata peggio e finita tragicamente. Lui cerca di tirar fuori la moglie dal baratro della follia, ma alla fine viene risucchiato in quel baratro, cioè subisce una specie di "trapasso" (per carità, passami il termine) in cui vede la natura nella maniera distorta e malsana della moglie. Quindi questa condivisione del delirio gli fa percepire solo un quadro incompleto dell'insieme. Se il male radicale è insito nel mondo come dici tu, lo è anche il bene solo che lui non lo percepisce proprio perchè è entrato nella pazzia della moglie. Forse l'inquietudine di Von Trier nasce proprio da questa visione limitata di tutto l'insieme.
pier(pa)  29/05/2009 10:54:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci siamo capiti, e credo che la tua chiave di lettura sia interessante e azzeccata. Non cozzano così tanto i due commenti dai :)
The Gaunt  29/05/2009 11:50:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti abbiamo trovato punti in comune :). Aldilà del valore oggettivo di questa pellicola, bisogna riconoscere che offre molti spunti interessanti su cui discutere. Questo stimolo secondo me è già di per se un valore positivo.
maremare  27/05/2009 13:54:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao Danilo, bel commento. certo la lettura del film così come si presenta è corretta anche dal punto di vista psicologico. però io credo che Lars, direttamente o indirettamente, volesse dire altro.
Come capita a tutti i veri Artisti (tarko, bergman, lynch, fellini, bunuel ecc..) il film è una sorta di autocura e la storia una metafora. del resto il film è estremamente onirico, anche nella realizzazione scenica. sembra più un incubo o un delirio di Lars. e Dafoe, come succede solitamente nelle realizzazioni artistiche, è l'Autore stesso.
The Gaunt  27/05/2009 14:40:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Maurizio, ma sull'identificazione di LVT con il personaggio di Defoe sono perfettamente d'accordo con te.