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ANTICHRIST regia di Lars Von Trier

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     6 / 10  06/03/2012 15:53:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dannazione, questo sì che è un commento difficile.

Su alcune cose si può storcere il naso, ma è innegabile che "Antichrist" colpisca con efficacia. Un disperato crescendo che prende le mosse dalla tanto citata scena iniziale, girata con maestria, mentre il seguito della visione trasmette perfettamente le sensazioni di un'atmosfera angosciante, malata e deprimente. Grandissimo merito alla regia, alle luci, agli attori.
La storia è essenzialmente una discesa all'inferno. La morte accidentale di un bambino lascia profonde tracce nella vita e nella coscienza di sua madre, la cui psiche si sfalda in frammenti che il marito psicoterapeuta cercherà di ricomporre. Quattro passi, quattro capitoli dai titoli esplicativi (i primi tre sono "Dolore", "Pena", "Disperazione"). Paradosso significativo, il fatto che la vicenda si sviluppi per la maggior parte in un bosco chiamato Eden.

Non ho i mezzi e nemmeno l'intenzione di fare un'analisi accurata di questa complicata opera di un complicatissimo regista, visto e considerato che tante cose le ho capite o sapute leggendo quanto scritto da altri. Mi soffermo su un paio di riflessioni personali.

Quel che è certo è che dietro ad "Antichrist" pulsa una vena distruttiva. Il titolo non costituisce richiamo alla divinità, bensì all'umanità. Se Crìsto venne per sottolineare la bellezza del creato e per esaltare la dignità e la sacralità della donna, Von Trier scova le radici del peccato proprio nella natura, e la donna è creatura tremenda per eccellenza, il cui sesso dà origine alla vita e al contempo è origine di ogni male.
Così ideato, così strutturato e così letto, "Antichrist" parrebbe un capolavoro straordinario, e in effetti mi ha colpito molto e mi è rimasto parecchio impresso. Però a tratti ho trovato esagerato il simbolismo, e non ho apprezzato la deriva quasi fantasy del capitolo finale: posso capire che la parte sui "tre mendicanti" abbia per Von Trier un suo significato ed una sua importanza, ma per me è la parte peggiore del film ed è forse quella che più di tutte frena il mio giudizio.

Dopo la prima visione gli avrei dato un voto infimo. Poi, come al solito, a mente fredda ho saputo capire ed apprezzare meglio alcuni punti. Il mio voto è quindi una diplomatica via di mezzo tra istinto e ragione.