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SEED regia di Uwe Boll

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Invia una mail all'autore del commento giovanni79     5 / 10  01/05/2009 22:54:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L’instancabile Uwe Boll (dai 2 ai 4 film all’anno) mette da parte i videogiochi e decide di cimentarsi con un’opera tutta sua, con l’intento di cavalcare l’onda dei film di tortura in voga in questo periodo. Per far ciò Boll prende spunto da una leggenda metropolitana (puntualmente spacciata per verità nel momento d’uscita del film) secondo la quale se un condannato a morte (sedia elettrica) sopravvive a tre scariche elettriche, deve essere rilasciato. E questo è ciò che succede al pluriomicida Max Seed, che i quotidiani nelle scene di raccordo ci informano essere autore di 666 omicidi in 6 anni, un omone con capelli lunghi e unti e maschera lurida sul volto per celare i connotati deturpati (interpretato da Will Sanderson) che di lì a poco diventerà protagonista di una sanguinosa vendetta. E fin qui, direte voi, siamo nella consuetudine: la trama è esile come la zampetta di un grillo, le banalità ci sono ma non implicano necessariamnete la non riuscita del film, il personaggio è uno spudorato plagio del Leatherface visto nei “Non aprite quella porta” più recenti.
Il vero problema sorge quando andiamo a constatare che malgrado in molti abbiano ribadito che stavolta Boll ha diretto il suo miglior film, non è detto che Boll abbia diretto un bel film! Gli standard del regista tedesco, infatti, sono talmente bassi che è decisamente facile fare di meglio di quanto si sia fatto fino ad ora,il numero fin troppo eccessivo di ingenuità che il film contiene, che sfidano davvero la sospensione dell’incredulità dello spettatore. Tra le molte “facilonerie” presenti sono assolutamente da citare l’irruzione del Seed resuscitato nel carcere di massima sicurezza, effettuata con tale facilità da farci credere che non ci fosse neanche una guardia, e la sua fuga dallo stesso che è situato su un’isola da cui il killer va via, ovviamente, a nuoto! Eh, santa pazienza.
Insomma, affidare un film esclusivamente alla crudezza di alcune immagini e non curarsi minimamente di tutto il resto è sinonimo di “inesistenza” del film stesso, una visione inutile e per nulla interessante, incapace di intrattenere e di lasciare nello spettatore il benché minimo contenuto.Voto 5+ mezzo voto in piu' per le molte scene splatter.