tylerdurden73 6 / 10 14/09/2015 11:51:54 » Rispondi La parola kaidan in Giappone indica un racconto con protagonista -solitamente- una donna vittima di tradimento. Nel "Kaidan" di Hideo Nakata una maestra di canto sul letto di morte maledice il suo giovane amante dopo che questi si è invaghito di un'avvenente allieva. I fasti di "Ringu" o "Dark Water" sono lontani e Nakata mette in scena un horror con forti richiami melodrammatici. Con attitudine retrò il regista giapponese non convince dal punto di vista visivo affidandosi a scenografie appena accettabili e soprattutto a una fotografia piatta sempre troppo tendente a toni cinerei. Anche la recitazione non è memorabile nonostante l'attore principale sia molto conosciuto ed apprezzato nell'ambito del teatro kabuki. La storia fatica a prendere il volo, fortunatamente dopo una lunga introduzione soporifera si viene sferzati da una promettente vivacità poi esplicitata con maggior nerbo nella seconda parte, in cui i toni drammatici si accendono definitivamente. Il finale è soddisfacente, anticipato da una sequenza di combattimento davvero ben fatta. A mancare è l'inquietudine di cui sono arcinoti portatori sani i fantasmi nipponici sdoganati tempo fa con la vendicativa Sadako. L'equilibrio tra romanticismo, dramma sentimentale e momenti soprannaturali non viene mai gestito con efficacia, mentre il taglio è a tratti un po' troppo televisivo. Non mancano però spunti pregevoli, buoni per salvare questo prodotto dal fallimento totale.