RISKY BUSINESS regia di Paul Brickman

Hal Dullea  30/10/2008 13:17:43 » Rispondi
Ma io pensavo che questo tuo commento fosse fresco di ri-visione, non il frutto di reminiscenze d'una dozzina d'ani fa. Il film l'avevo già inserito nel lista dei miei preferiti di sempre, però sulla fiducia verso la mia memoria. Invece fra stanotte e stamattina ho osato tornare a confrontarmici, e l'ho trovato ancora ineguagliato. Poi Pantoliano come caratterista è formidabile, la colonna sonora è magia pura, idem linearità e profondità di sceneggiatura e dialoghi. Ci fu una riunione a Bologna fra alcuni damsiani che si divisero nel giudicarlo, chi lo osannava e chi lo riteneva banale. Banale in che senso? Che riproduce fedelmente la banalità della nostra esistenza e della perdita della verginità? Banale la forma espressiva o il contenuto? Finì con un nulla di fatto. Riguardandolo oggi, invece, addirittura a suo tempo lo sottovalutai. Non avevo colto la profondità del regista in ogni minimo dettaglio. C'è una scena fra i due protagonisti seduti al tavolo d'un locale e, nel passaggio dall'inquadratura d'insieme alla mezza figura di Cruise, il raccordo è sballato: nell'inserto, chiaramente posticcio, le sue braccia sono conserte, invece prima e dopo no. Eppure Brickman l'ha lasciato così, come un inno al low-budget e all'underground, a mò di replica rispetto al business-man pronto sulla rampa di lancio a Princeton (che poi compare pure sulla felpa di lei). Insomma: più scavi e più trovi quanto sia elaborato senza ostentazione, "a buon intenditore". Comunque il passo decisivo verso il commento me l'ha fatto fare la rece sul Mere: non c'ha capito una sega.
Oh, mentre ti scrivevo ho sputato fuori un bel po' d'altra roba: la vado a postare sul 3d.
Ciao.