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D-DAY regia di Eun-Kyung Kim

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Ciaby     8 / 10  30/04/2009 07:39:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per molti l’horror coreano sopravvive solo grazie ad un capolavoro come “Two Sisters”, senza considerare altri gioielli come “Dead Friend” o “Cello”, definiti dai più come derivativi.

Sono storie di fantasmi un po’ come sono i film che compongono la saga di “Whispering Corridors”. In un’annata come il 2006, quando gli horror coreani cominciano ad esplodere, ecco un prodotto a sé stante: l’incantevole “D-Day”, conosciuto anche come “Roommates”, ad opera di una giovane regista donna, che denuncia attraverso un’opera solo all’inizio gentile, la rigida concezione coreana dello studio: il sistema scolastico coreano è, infatti, uno dei migliori al mondo (secondo un sondaggio sull’educazione mondiale la scuola coreana è la seconda migliore del mondo, dopo la Svezia, in fatto di risultati scolastici degli alunni), ma anche uno dei più rigidi.

La rigidità del sistema scolastico coreano è stato più volte, infatti, criticato in parecchi film (la saga “Whispering Corridors”, “Death Bell” e questo “D-Day”) e manga. “D-Day” è un film che parte molto dolcemente, come un dramma adolescenziale, indagando sul comportamento interpersonale tra le varie ragazze e poi esplode, dopo qualche occasionale spavento, in una lunga mezz’ora di terrore puro e angoscianti sospensioni.

Un ottimo film, che più di un qualsiasi horror, è un film di denuncia che funziona perfettamente, amalgamando situazioni drammatiche ed estreme con vere e proprie paure, che nascono dal dramma interiore, dall’umiliazione.

Ecco, perché, la vera cosa riuscita del film non è tanto la paura (la strage finale, tanto temuta e attesa, si risolve in un pastrocchio sanguinolento senza capo né coda), quanto la caratterizzazione dei personaggi mai stereotipati.

Recitazione superba, fotografia e regia davvero ben congedate e un’atmosfera attanagliante rendono quest’opera un ottimo film. Da non perdere per gli amanti del genere