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UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA regia di John Landis

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hghgg     7½ / 10  05/06/2016 11:44:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Celeberrimo cult di un John Landis lanciato a mille in quegli anni. Un po' datato ? Può darsi, certamente legato particolarmente alla sua epoca, eppure determinate scene, la regia ispirata e la scrittura riuscita sia nel ritmo che nei personaggi (i paesani, Jack, il protagonista, gli altri no) lo rendono ancora oggi fresco e piacevole. Un classico insomma anche se il capolavoro Landis lo aveva già centrato in pieno l'anno prima con il musical più assurdo di tutti i tempi che risponde al nome di "Blues Brothers" e con quello non c'è trippa per lupi mannari.

Da che inizio ? Vabè, inizio da Rick Baker, quel tizio che si è occupato del trucco e degli effetti speciali, a tempo perso, e ha vinto un oscar perché, incredibile a dirsi, ogni tanto anche i premi dell'Academy sono sensati. Baker è lo stesso che due anni dopo si sarebbe occupato degli effetti speciali e del trucco in "Videodrome" di Cronenberg; una pippa, proprio.

E insomma Rick Baker ti tira fuori un càzzo di mostro vero, un dannatissimo, trucido, animalesco lupo mannaro.
Per noi giovini dei '90 (e per quelli dopo manco a parlarne) è una manna, che uno poi si abitua ai boy-scout pelosi di brutte saghe cinematografiche o ai transformer con la coda di tamarrissime serie televisive (ricordiamoci che la HBO proprio SOLO roba bella non l'ha fatta) e ai lupi mannari veri non ci pensa più.

Comunque c'è Rick. E il lupo mannaro di Rick è spaventoso, brutto e cattivo. E insieme a lui Landis ci mette lo zampino (per restare in tema). Per questo motivo, la scena, iconica, della prima trasformazione è un piccolo capolavoro dell'orrore a se stante, dolorosa, ributtante e fantastica. E in un attimo esce di casa e sbrana 6 persone. Mica una o due no, ne trucida sei. E nel trucidarne sei John Landis ci regala un'altra di quelle scene con una regia molto ispirata che rendono ancora oggi il film tanto d'effetto e tanto piacevole.
L'aggressione del protagonista-lupo al tizio nella metropolitana. Le inquadrature, la visuale, le luci, esaltano la fuga disperata e affannata dell'uomo nei tunnel della metro, il senso dell'assurda situazione, l'angoscia e giocano sull'effetto ansia meravigliosamente, lasciando per quasi tutta la sequenza soltanto intuire la presenza minacciosa del lupo, poi svelato meravigliosamente nella parte sulle scale mobili, ma sempre parzialmente, sempre giocando sul visto-non visto. Scelta perfetta, scena favolosa.

Ma la parte più bella per me è la prima, con protagonista e amico a spasso di notte per la brughiera inglese, ambientazione che già fa guadagnare 10 punti bonus a qualsiasi film, figuratevi un film horror.

L'atmosfera perfetta, la gestione del ritmo e del crescendo della tensione, la regia ispiratissima. I due ragazzi che entrano nella locanda, i misteriosi e ostili abitanti del luogo e poi la scena più bella del film, l'attacco del primo lupo mannaro nella brughiera. Anzi, più che l'attacco il capolavoro sta nella preparazione. Avete presente che scena no ? Bellissima, tensione et càcarella a mille, ma di quella vera giuda venditore di gatorade. Landis qui ha creato un gioiello dell'horror, riesce a farti entrare dentro quella scena. Gli ululati, loro che tentano di scappare a caso e quando il lupo attacca il salto sulla sedia lo fai davvero e non perché ti ha fatto BUH! con la musichetta alta ma perché erano 5 minuti che ti stavi già càcando sotto in quella brughiera.

Altra idea bellissima è quella del destino che Landis attribuisce alle vittime del lupo mannaro: non-morti, spettri costretti a soffrire e vagare in un limbo fino a che la creatura non sarà morta. Idea geniale quella delle apparizioni dell'amico di David, il fu Jake, come spettro/non-morto che tenta di convincere l'amico della sua nuova natura e cerca di spingerlo a suicidarsi per liberarli dalla maledizione che li ha colpiti e per evitare che muoiano altre persone.

Il povero Jake che ad ogni sua apparizione è sempre più decomposto e orribile, fino ad apparire come un teschio putrefatto con un paio di bulbi oculari (Rick Baker ti vogliamo bene) nella scena climax nel cinema porno (che trasmette un film girato per l'occasione sempre da Landis) in cui David incontra Jack in condizioni pietose e in più tutti gli spettri delle sue sei prime vittime dando vita ad una scena macabra, surreale e ironica, da grande black-comedy con i 7 non-morti che cercano di suggerire al protagonista il modo migliore per suicidarsi, subito prima della seconda trasformazione di David in lupo mannaro.

Comunque Jack lo interpreta Griffin Dunne che qualche anno dopo sarà il protagonista assoluto di quella sorprendente Black-Comedy, quell'inaspettato capolavoro indipendente firmato Scorsese che è "Fuori Orario", meraviglioso.

Ecco, magari tutto il casino a Piccadilly Circus e in generale il finale non mi è piaciuto quanto il resto; coerente, logico, magari un po' frettoloso e improvviso o almeno mi ha dato questa sensazione ma comunque in linea con il resto del film solo che ecco a quel punto il film ha smesso di attirarmi come aveva fatto fino ad allora. Sarà che l'approfondimento dei personaggi alla fine è molto basilare, che il film è forte per le bellissime scene cult di cui dicevo ma nel complesso è un po' "grezzo" e sempliciotto, che il succo alla fine è pochissima roba che i personaggi del dottore e dell'infermiera li ho trovati dello spessore di una sogliola però ecco, alla fine "Un lupo mannaro americano a Londra" ha tante cose che mi sono piaciute ma nel complesso non mi è piaciuto fino in fondo.

Oh bello, comunque, tra l'altro si rivede con piacere più di una volta.