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UNBORN BUT FORGOTTEN regia di Chang Jae-Lim

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Ciaby     6 / 10  05/05/2009 17:41:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The Ring" con il sito internet al posto del videoregistratore in poche parole.
La Corea Del Sud continua a rivolgere il suo punto orrorrofico sul mondo femminile, misterioso e seducente, che è cardine di un mucchio di horror coreani riuscitissimi (l'insuperabile "Two Sisters", il seducente "The Red Shoes", l'interessante tetralogia- tra poco sarà una pentalogia- di "Whispering Corridors"). "Unborn But Forgotten" non fa eccezione e, come una marea di horror orientali, punta il proprio sguardo verso la maternità e il delicato tema dell'aborto.


Ne esce un'opera thriller-horror che nulla toglie e nulla aggiunge, come sempre confezionato benissimo e con degli ottimi attori, ma il senso di dejà-vu della trama è così forte che del mistero allo spettatore comincia a non fregare decisamente nulla.

Ecco che quindi, il film parte leggero leggero come un film televisivo e chi lo guarda lo segue con distrazione, senza arrivare a cogliere tutti i suoi punti cruciali. A tratti annoia, ma non troppo.
"Unborn But Forgotten" è un film che potrebbe piacere a coloro che non hanno mai osato sperimentare il vasto mondo del cinema horror orientale, ma per chi è già avvezzo nel genere (come il sottoscritto), il film pare come un'accozzaglia di trovate già viste e riviste ed è un peccato, perché la tensione, la suspense e gli spaventi (quasi sempre improvvisi, ma anche derivati da lunghi cardini di tensione) sono di quanto meglio si possa trovare in un film per homevideo.

Se, quindi, dal lato della trama e della logica narrativa "Unborn" fallisce, dall'altro lato vince sul lato dell'infondere paura e angoscia, riuscendo a spazzar via tanti altri cloni privi d'anima, spingendo l'acceleratore verso un'ultima mezz'ora da brivido, spingendo lo spettatore ad aggrapparsi strenuamente alla poltrona.

Insomma, un film con alti e bassi, ma senza dubbio ha centrato il suo obiettivo principale: Spaventare.