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WALL STREET regia di Oliver Stone

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elio91     7½ / 10  21/11/2010 17:39:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Facile accusarlo di retorica e moralismo perché si vede lontano un miglio ciò che Stone ha fatto: raccontare una parabola sul denaro e potere restando ancoràto alla realtà,girando quindi un film pieno di termini tecnici e finanziari poco fruibile e comprensibile in linea di massima a chi (come il sottoscritto) di borsa ne capisce poco o nulla. Esattamente una parabola,una storia semplice per modo di dire senza azione o sangue,mancante di colpi di scena ad effetto.
Per mostrare la corruttibilità e il potere quale luogo migliore in cui ambientare la storia se non quello dove il denaro non dorme mai? Wall street è ritratta con il maggior realismo possibile, il posto dove yuppies e squali finanziari cercano di fare più soldi nel minor tempo possibile passando sopra tutto e tutti,in cui i soldi possono essere illusione o forza.
Per supperire alla mancanza di una linea d'azione canonica (difficile far rientrare il film in un genere,a modo suo è unico nel suo genere) Stone fa sfoggio di un'ammirabile sforzo tecnico riusciendo a non far mai distogliere l'attenzione dalle vicende anche quando si parla di punti,bilanci o quant'altro; e quando non ci riesce Stone è il bravissimo e luciferino Douglas a catalizzare su di sé tutta l'attenzione possibile in un ruolo confezionato su misura e che poi non lo ha più abbandonato per tutta la carriera: Gordon Gekko,emblema dello squalo che senza guardare nessun altro interesse a parte i propri ha come ambizione quella di fare soldi su soldi.
Buonissima anche la prova di Sheen figlio (qui anche col padre),da ingenuo catapultato in un vortice dove il di0 denaro prima lo illude e lo arricchisce e poi lo fa sprofondare.
In un film che riesce ad essere impietoso e veritiero non mancano i difetti: Wall street si regge soltanto sui due personaggi principali e il padre di Sheen ma tutto il resto non ha molta sostanza. Probabilmente non deve neanche averne,alla fine è giusto così.
Quindi sarebbe sbagliato considerare il finale come facile morale: è l'intero film ad essere una storia di semplice morale rafforzata dal suo essere inserito in un ritratto di realismo sempre veritiero e,per i non addetti al settore,certamente mai banale. Al di là questo c'è anche una scena,forse la sola a parte i monologhi di Gekko,che valga la pena di ricordare ovvero


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Si poteva intessere una trama più articolata e profonda e ne sarebbe venuto fuori qualcosa di ancora più bello,ma si può lo stesso dire che rimane un film simbolo degli anni '80.