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WALL STREET regia di Oliver Stone

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     7½ / 10  25/10/2014 13:45:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il modo ideale per primeggiare è imparare dal migliore. Bud Fox, piccolo pesce in un mare di rampanti broker, si affida a Gordon Gekko, autentico squalo della finanza. La vera sfida sarà non tanto l'imparare a vincere sempre, quanto il capire il prezzo da pagare per non perdere mai.

Tutto ciò che è americano trova "consacrazione" in Oliver Stone. La sua filmografia è un ritratto, spesso più critico che celebrativo, di personaggi e momenti che attraversano la storia statunitense, a partire dalla guerra del Vietnam per arrivare all'amministrazione Reagan.
Stone ben conosce le potenzialità della civiltà made in USA, ma altrettanto bene rileva e condanna i limiti individuali o collettivi: il suo uomo americano è persona che può far tutto, ma che lo fa in modalità spesso discutibili.
E così, nella sua produzione di notevole spessore e di fama mondiale, che spazia dal potere alla politica, dalla guerra allo sport, si trova questo "Wall Street". Perfetto affresco del vivace sistema economico e finanziario dell'arricchita America di Reagan, "Wall Street" mostra che non è la ricchezza a rovinare l'uomo, ma l'avidità. Quell'avidità decantata alla stregua di una virtù nel monologo di Gekko e metabolizzata da un Buddy ormai dimentico dei concetti di illecito e immorale.

"Wall Street" trae valore dalla notevole interpretazione di Douglas, sempre valorizzato quando il suo personaggio è cinico e spietato. E Gekko è un personaggio di spessore, divenuto ormai figura da immaginario collettivo e icona dell'uomo insaziabile di successo e denaro.
Bene anche la famiglia Sheen, che riporta sullo schermo i ruoli autentici di padre e figlio. Curioso il contrappasso tra l'assegnazione a Douglas di premi d'ogni tipo e l'attribuzione a Daryl Hannah di un Razzie Award.

La durata di circa due ore non deve intimorire, poiché gli sviluppi sono continui (anzi, alcuni passaggi sono persino troppo rapidi) e lo svolgimento è vivace.
Pure le manovre finanziarie che alimentano la trama non devono fungere da deterrente: il linguaggio a volte pare spiccatamente tecnico, ma questo non inficia la comprensione degli eventi.
Ogni spettatore quindi può (e dovrebbe) vedere "Wall Street", a suo modo un cult.