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IL SIGNORE DEGLI ANELLI: LA COMPAGNIA DELL'ANELLO regia di Peter Jackson

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stratoZ     8 / 10  26/07/2023 14:06:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

La trilogia nella sua interezza è un'opera mastodontica, sentita, curata nei minimi dettagli e con un dispiegamento di mezzi enorme.

Peter Jackson dopo un passato ben lontano da questi lidi, come dire, più seriosi - e vorrei dire che per me la tripletta "Bad taste", "Meet the fables" e "Splatters" rimane qualcosa di eccezionale, e possibilmente tra le sue opere più uniche - decide di dedicarsi alla trasposizione di una serie di opere già di culto, perlopiù tra appassionati, ma che diventerà ancor più di culto dopo l'uscita dei film in questione.

La compagnia dell'anello, primo film della trilogia è un prodotto di altissima fattura, la prima parte è prettamente antologica, tra l'introduzione/contestualizzazione della storia passata in voice over e successivamente una lenta ma approfondita presentazione dei personaggi cardine della storia, che non sono pochi sia chiaro.

Già dalle prime battute si vede una forte contrapposizione tra bene e male, tra la contea degli hobbit, verde posto di felice convivenza e Isengard, mastodontica fortezza di Saruman, stregone passato dalla sponda dei cattivi (grande Christopher Lee sei nato per questi ruoli) che nei sotterranei sta creando un esercito per Sauron, per riportare il mondo sotto la sua malvagia ombra.

Ed è qui che viene a spuntare la prima tematica del film - più in generale della trilogia ma forse in questo primo capitolo si nota leggermente di più - ovvero la convivenza tra bene e male, un po' classicizzata: la Compagnia dell'anello (bene) non esisterebbe se non ce ne fosse bisogno, e ce n'è bisogno proprio perché esiste il male (Sauron), ritornando ad un concetto di coesistenza reciproca tra i due poli, qui in realtà in una distinzione abbastanza netta, che tuttavia può essere travalicata dal fascino che ha il male sull'essere umano.

E qui si arriva alla seconda tematica dell'opera, resa evidente da più personaggi, principalmente parlo di Gollum, Bilbo e Boromir, ed è proprio il fascino dell'anello inteso come seduzione del potere, che ha sull'essere umano - anche non si tratta soltanto di umani, ma insomma l'animo dei personaggi è quello -
Anche quelli che sembrano puri e buoni come Bilbo e Boromir tentennano e certe volte cadono in tentazione nei confronti dell'anello, Bilbo come Gollum ne sviluppa una dipendenza, è il potere che da, anche se questo potere non viene usato ( e non mi sembra che Gollum ne abbia fatto buon uso, anzi) è la sensazione stessa di potere che emerge dal possederlo che induce gli esseri anche a tradire i loro stessi principi per averlo.

Bene dopo che ho ripetuto 50 volte potere mi concentro sui due personaggi principali, parlo di Gandalf e soprattutto Frodo, loro due sono il fulcro del film, ma soprattutto il rapporto tra loro due. Interessante il cambiamento o ancora meglio il viaggio di Frodo che passa dall'essere un ingenuo hobbit della contea con una consapevolezza al minimo al diventare un eroe determinato in una causa di libertà per tutto il popolo della terra di mezzo. E qui c'entra Gandalf, mentore eccezionale, una figura ieratica ma allo stesso tempo empatica che plasmerà il personaggio di Frodo, sia verso la via del bene (ma già si presuppone Frodo sia buono a prescindere) sia verso un nuovo coraggio di affrontare un viaggio che a detta dei personaggi stessi è terribilmente rischioso. Tra i due avviene il dialogo che preferisco del film:

"Vorrei che l'Anello non fosse mai venuto da me. Vorrei che non fosse accaduto nulla"

"Vale per tutti quelli che vivono in tempi come questi, ma non spetta a loro decidere; possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso. Ci sono altre forze che agiscono in questo mondo, Frodo, a parte la volontà del Male; Bilbo era destinato a trovare l'Anello. Nel qual caso anche tu eri destinato ad averlo; e questo è un pensiero incoraggiante!"

Per il resto, tecnicamente eccezionale, è palese l'enorme impiego di mezzi a partire da un cast pienissimo di volti noti (anche se qualcuno lo diventerà ancor di più in futuro) arrivando alle splendide scenografie neozelandesi presenti praticamente ovunque ed esaltate alla grande dalla fotografia, che in questo capitolo vira molto su uno stile dark fantasy, con tante scene in notturna oscure e mistiche, basti pensare alle varie parti di Saruman ma anche agli inseguimenti dei nove cavalieri alla ricerca della compagnia fino ad arrivare a quella che per me è la sequenza - almeno a livello di intrattenimento - più riuscita del film, ovviamente parlo di tutta la parte dentro le miniere di Moria, un vero e proprio must del fantasy in generale, trattata quasi come il dungeon di un videogioco e valorizzata dalla regia claustrofobica di Peter Jackson che qui prima crea una leggera suspense che aumenta un pochino le palpitazioni dello spettatore, prima che la compagnia venga scoperta, e poi esplode in sequenze action/fantasy in cui i vari componenti della compagnia mostrano finalmente di che pasta sono fatti.

Grande Peter, grandi tutti. Ed era solo l'inizio.