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THIRST regia di Chan-wook Park

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K.S.T.D.E.D.     7½ / 10  04/01/2010 21:09:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente ciò che mi aspettavo. Il cinema di Chan-Wook Park rifiuta la spettacolarizzazione, tende, anzi, a stravolgere sistematicamente i cliché relativi ad un tema o ad un genere specifico. La vendetta, per esempio, è uno di quei temi che creano nello spettatore determinate aspettative, quali un film adrenalinico o comunque dal ritmo non lento, che punti alla costruzione di un pathos crescente fino ad un finale che a grandi linee ci si aspetta fin dall'inizio. Lui, invece, alla vendetta dedica una trilogia intera, la analizza in tutti i suoi aspetti, ma di ritmi tirati e schemi classici (vittima, carnefice, vittima/carnefice) non vi è neanche l'ombra. Stessa cosa dicasi per questo "Thirst". Il vampiro da sempre è sinonimo di sovrannaturale, di fascino, di vicende dal ritmo, anche in questo caso, sostenuto e spesso di azione. Ecco, quest'ultimo lavoro del coreano è esattamente l'opposto di tutto ciò: il ritmo è decisamente lento, il vampiro è un prete il cui unico nemico sono gli istinti vampireschi in conflitto con i suoi principi da uomo di Dio e lo scenario, semplicemente, è una famiglia (anche se un po' particolare) e la relativa quotidianità. Va inoltre sottolineato un altro aspetto - tipico del cinema di Chan-Wook Park - che si scontra in maniera ben più evidente rispetto agli elementi elencati poc'anzi con la figura del vampiro e che rende "Thirst" ancor più un film sui generis, ossia quello grottesco dalle venature farsesche (v. rapporto sessuale a tre, diciamo così, col marito morto in mezzo).
A venirne fuori, quindi, è nuovamente una pellicola incentrata su particolari dinamiche caratterizzanti i rapporti umani, ben lontana da thriller e simili, in cui il vampiro è solo un mezzo attraverso cui raccontarli in maniera un po' più originale, o comunque diversa. Un film a la Chan-Wook Park, insomma.

L'aspetto tecnico contribuisce in maniera non indifferente alla riuscita della pellicola, e non è una novità. La regia è ricercata e la fotografia è stupenda. Gli attori, dal canto loro, offrono una prova perfetta, su tutti Ha-Kyun Shin, già protagonista nel bellissimo "Symphaty for Mr. Vengeance" e nel simpatico "No Mercy For The Rude".