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LA FATTORIA DEGLI ANIMALI regia di John Halas, Joy Batchelor

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phemt     6½ / 10  11/10/2011 10:31:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ricordo chi, non ricordo quando ma qualcuno disse che l'unico ad averci davvero guadagnato con il comunismo era stato George Orwell… Aldilà del fatto che non è completamente vero, ci hanno guadagnato (e pure troppo) svariati gerarchi comunisti, e economicamente più che Orwell i soldi se li son gustati figli e discendame vario, è indubbio che lo scrittore di origini gallesi deve la sua fama di romanziere agli ultimi due romanzi scritti in vita (Animal Farm e 1984)…
Non per nulla in pochi lo hanno conosciuto (e lo conoscono) per Giorni in Birmania o Omaggio alla Catalogna, mentre già al tempo era un apprezzato giornalista e saggista…

Questi due romanzi nacquero entrambi dalla delusione di Orwell (uomo di evidente ispirazione marxista) per il fallimento e gli errori della Russia comunista… Ma mentre 1984 è un amara distopia sul potere degli stati totalitari, La Fattoria degli Animali è una favola amara che altro non è un allegoria della rivoluzione comunista e del periodo Staliniano che ammonisce il lettore a non credere nelle favole stesse…

Come tutte le favole Orwell esagera con qualche ingenuità di troppo (il continuo ripetere che gli animali lavoravano di più, mangiavano di meno ma erano felici di non essere al giogo dell'uomo) ma l'allegoria nel complesso è notevolissima… Orwell rilegge gli eventi storici della Rivoluzione Comunista (anche i meno "famosi" come l'opposizione dei kulaki ucraini alla collettivizzazione o il Patto Molotov-Ribbentrop) con straordinaria intelligenza e capacità, tanto che si può soprassedere sulle ingenuità e su una certa partigianeria verso Palla di Neve/Trotsky…

Il film (primo prodotto di animazione britannico a distribuzione internazionale e completamente prodotto nel Regno Unito) esce poco dopo la morte di Stalin, e rappresenta una fedele (ma non rigorosa) rilettura del romanzo… La storia è chiaramente semplificata, l'errore mortale è di tagliare Benjamin l'asino, ma anche il taglio di Mollie/aristocrazia e il poco spazio dato Mosè/la Chiesa pesano sul prodotto finale…
Il pessimismo di fondo non si fa sentire come nel libro ma tutto sommato c'è, il prodotto però paga l'essere un ibrido tra un impostazione troppo infantile per il pubblico adulto ma troppo concettualmente "complicata" per un pubblico di giovanissimi…

Il finale consolatorio rappresenta un'interessante visuale alternativa (e veritiera, alla lunga anche le dittatore comuniste in una maniera o nell'altra sono state rovesciate) a quella clamorosamente pessimista di Orwell ma manca il confronto uomo/maiale che è la vera genialata dello scrittore inglese…
Dal punto di vista visivo considerati gli anni il film si difende tutto sommato bene e bisogna pure considerare che trasporre negli anni 50 uno scritto come questo di Orwell non era per nulla facile e ci voleva un discreto coraggio… E' per questo non esiste dare un'insufficienza ad un prodotto che tutto sommato fa il suo…

Strano che la Fattoria degli Animali non abbia avuto una trasposizione recente con le nuove tecniche, dimostrazione che ancora oggi il romanzo di Orwell, per quanto ormai stranoto a livello nazional-popolare, dopo oltre 60 anni sia scomodo, o forse semplicemente attuale…