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TIMECRIMES regia di Nacho Vigalondo

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julian     7 / 10  11/04/2013 13:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Spoiler diffusi.

Mi trovo sempre in difficoltà quando devo scegliere un film per molti cercando di soddisfare un pò tutti, così, in questi casi, ripiego su titoli recenti poco conosciuti e che qui sono ben votati.
Il risultato con Timecrimes è stato quello che sempre mi aspetto: attenzione altissima, congetture sullo sviluppo della trama - sempre azzeccate -
(è facile capire che il tizio bendato è Hector e si intuisce anche l'esistenza di un Hector 3), discussioni profonde, risate e apprezzamenti sulle bocce perfette dell'attrice fig.a di turno, anche se ci sarebbe piaciuto vedere dell'altro.
Alla fine però il film è piaciuto solo a me, e la cosa mi ha sorpreso.

Timecrimes è per i viaggi nel tempo ciò che Moon è per i cloni.
Ossia: sono due produzioni indipendenti e relativamente low cost che affrontano temi pericolosamente mainstream già visti in troppe superproduzioni fantascientifiche - per cui il rischio di cadere nel ridicolo è alto - ma lo fanno in maniera, per così dire, artigianale e da un punto di vista diverso dal solito. Il risultato è che, nel loro piccolo, riescono ad essere coerenti, a non ingarbugliarsi e a dire qualcosa di nuovo.
Qui Hector è l'uomo comune che ha a che fare con l'eccezionale, ci mette tempo a capire che è semplicemente schiavo del suo futuro, ogni Hector agisce a seconda delle condizioni poste dall'Hector sovraordinato.
Il difetto di trama che balza agli occhi spontaneo - come è iniziato tutto ? - è in realtà il paradosso del viaggio temporale:
non bisogna leggere il corso degli eventi come una linea che ricurva su sè stessa, ma come un'unica linea nella quale futuro e passato sono spalmati assieme e ove quindi è possibile che un'azione si autodetermini e sia causa di sè stessa.
Fa sorridere perciò Hector che tenta in tutti i modi di compiere azioni che ha già compiuto, con un'accuratezza certosina come se potesse sbagliare.
Vigalondo fa un film sui viaggi nel tempo, ma il suo protagonista non è un eroe inviato dal futuro per impedire un'epidemia, bensì un Toni Servillo spagnolo con la panza da pensionato che impara il meccanismo solo alla terza volta e si gode la ritrovata tranquillità mentre i suoi due alter ego sono intrappolati nel tempo. Godurioso.